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Messaggio  Yorick Gio 13 Dic 2007 - 20:48

Ho finito di leggere da poco un libro di Frank McCourt, Ehi, prof!. E' un romanzo autobiografico, dove l'autore, irlandese, racconta le sue esperienze di docente in svariati istituti professionali e tecnici di New York, fino a quando approda, dopo una parentesi da dottorando al Trinity College di Dublino, al più prestigioso liceo della Grande Mela, lo Stuveysant. Si tratta di un libro spassosissimo. E di cui consiglio la lettura.

La realtà della scuola americana è per molti aspetti molto diversa dalla nostra, ma per molti altri tutto il mondo è paese. Volevo riportarvi alcuni brani del libro e poi chiedere: "ma voi studenti, cosa ne pensate della vita da prof? "

"Anziché insegnare, raccontavo delle storie. Qualunque cosa pur di tenerli zitti e buoni. Loro erano convinti che stessi insegnando. Ne ero convinto anch'io. In realtà stavo imparando. E ti definivi un professore? Io non mi definivo niente. Ero più che un professore, e meno. Nell'aula di una scuola superiore uno diventa un sergente istruttore, un rabbino, una spalla su cui piangere, un cerbero, un cantante, uno studioso di second'ordine, un impiegato, un arbitro, un pagliaccio, un consulente, un censore dell'abbigliamento, una guida, un apologeta, un filosofo, un collaboratore, un ballerino di tip tap, un politico, un medico, un fesso, un vigile urbano, un prete, un padere-madre-fratello-sorella-zio-zia, un ragioniere, un critico, uno psicologo, l'ultima goccia che fa traboccare il vaso".


"Ehi, professore, tu l'hai mai fatto un lavoro vero, cioè, mica insegnare, dico un lavoro vero?
- Ma scherzi? e tu insegnare come lo chiami? Guardati intorno e chiediti se ti piacerebbe venire qui tutte le mattine ad affrontare voi".


"Dover affrontare ogni giorno decine di adolescenti ti riporta con i piedi per terra. Alle otto di mattina i ragazzi se ne infischiano di come ti senti tu – stai pensando a cosa ti aspetta, cinque classi, fino a centosettantacinque ragazzi americani scorbutici, affamati, innamorati, ansiosi, allupati, gagliardi, provocatori , e sai di non avere scampo. Ti ritrovi lì con il mal di testa, la gastrite, gli echi della litigata con tua moglie, con la fidanzata, col padrone di casa, quel rompicoglioni di tuo figlio che vuole diventare Elvis ed è un ingrato. Stanotte non hai chiuso occhio. Hai ancora la borsa piena di compiti, i cosiddetti temi di centosettantacinque studenti, scarabocchi buttati giù alla meno peggio. Ehi, capo, l’hai letto il compito mio? Non che gliene importi qualcosa…[...] A loro non importa del tuo umore, del tuo mal di testa, dei tuoi guai. Hanno i loro problemi, e uno di questi problemi sei tu”.

"Alla fine di una giornata a scuola esci che nelle orecchie ti ronzano ancora il chiasso dei ragazzi, le loro preoccupazioni, i loro sogni. Che ti seguono a cena, al cinema, in bagno, a letto… Avrei voluto fare qualcosa di adulto e importante, essere in riunione, dettare cose alla mia segretaria, sedermi con gente elegante al lungo tavolo di mogano di un consiglio di amministrazione, andare a congressi internazionali, rilassarmi in un locale alla moda, infilarmi a letto con donne voluttuose, divertirle prima e dopo con qualche spiritoso pettegolezzo, tornare la sera nella mia villa nel Connecticut".


"E’ risaputo: dopo scuola i professori se ne vanno dritti a casa, con una borsa piena di compiti da correggere. Magari prendono il tè con la moglie e il marito. Oh no, un bicchiere di vino mai. I professori mica fanno così. I professori non escono. Magari il sabato vanno al cinema. Cenano. Mettono i figli a letto. Guardano il TG e poi si siedono comodi a leggere quei compiti per il resto della serata. Alle undici è ora di prendere un altro tè oppure un bicchiere di latte caldo che favorisce il sonno. Poi si infilano il pigiama, danno un bacio alla moglie o al marito e si addormentano… Qual è l’ultima cosa che pensano i professori prima di addormentarsi? Prima di addormentarsi, tutti quei professori belli caldi nel loro pigiama di cotone pensano solo a cosa potrebbero insegnare l’indomani. I professori sono buoni, ammodo, seri, coscienziosi, e a letto non allungherebbero mai una gamba sulla moglie o sul marito. Sotto l’ombelico i professori sono morti”.
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Ehi, prof! Empty La vita dei prof...

Messaggio  Cry_Cry Ven 14 Dic 2007 - 0:13

Proprio oggi in classe abbiamo parlato con un altro prof di quello che pensiamo dei prof.Spesso li consideriamo "fuori dal mondo" poi magari,conoscendoli meglio,ci accorgiamo che sono persone normali.Dipende anche dal rapporto che instauriamo con loro,ci sono prof con i quali possiamo parlare apertamente non solo di argomente prettamente scolastici e con cui possiamo addirittura confidarci,altri invece rappresentano soltanto un punto di riferimento per le varie materie...dalla discussione fatta in classe è emerso che ad alcuni di noi,tra cui io,incuriosisce ed impaurisce il "sapere tutto" dei prof...alcuni in particolare sembrano sapere tutto!!sarebbe interessante leggere quello che i prof pensano della propria vita da questo punto di vista,se si sento realizzati o meno ecc...
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Ehi, prof! Empty La mia prima volta

Messaggio  Hirundo Hiberna Ven 14 Dic 2007 - 0:59

Personalmente ho tentato di tutto per non diventare una prof. Ho fatto la pubblicista, la segretaria, la commessa, l'intervistatrice, l'impaginatrice per un giornale, la baby-sitter, l'attrice, l'aiuto-regista, la sceneggiatrice, la fumettista. Tutte cose che facevo malissimo, naturalmente, perché il mio destino era essere una prof. (e venire fino a Mascalucia a darvi il tormento). Ma io non volevo insegnare, giuro! Dicevo che non avevo nessuna voglia di spiegare a persone che non ne volevano sapere, cose che non sapevo nemmeno io.
Il mio primo giorno di scuola io me lo ricordo bene, fu il 21 Marzo del 1996, avevo 23 anni ed ero stata assunta in un Istituto Tecnico privato. Meglio mi ricordo la notte precedente in cui non riuscii a prendere sonno. Indossai un tailleur scuro che mi desse l’aria professionale che non avevo, entrai in classe con passo autorevole, dissimulai la mia scarsa dimestichezza col registro di classe, lessi un sonetto di Petrarca. Mi ascoltarono tutti in silenzio, per tutta l’ora, qualcuno chiese perfino se l’indomani avrei interrogato. Ce l’avevo fatta, ero una vera Prof!
Suonò la campana e con aria gioviale entrò un ragazzone alto senza aver neppure bussato. Gli chiesi se gli sembrava quello il modo di entrare, se non riteneva fosse quanto meno doveroso bussare. Aggiunsi che non era quella l’ora di arrivare, che da quel giorno l’aria era cambiata, che non sarebbero più stati tollerati ritardi né entrate alla seconda ora. Parlai con severa pacatezza, lui mi ascoltò attentamente ma sorrise per tutto il tempo e questo mi fece innervosire. Gli dissi che il suo atteggiamento era inqualificabile, tanto più che non se ne mostrava pentito. Continuando a sorridere, il ragazzone avanzò verso la cattedra e mi porse la mano:
- Salve, sono il collega di Educazione Fisica!
Di quello che accadde immediatamente dopo, ricordo solo un ragazzo che dalle risate letteralmente si sganasciava tenendosi fitta fitta la mano su un fianco. Aveva da poco tolto dei punti di sutura. Ci mancò poco che mi si scucisse l'alunno!
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Messaggio  Martins Sab 15 Dic 2007 - 17:15

Poveri professori...gli alunni sanno essere delle vere bestie feroci, sciacalli pronti a divorarvi alla minima occasione...I poveri professori vengono squadrati dall'alto in basso..sopratutto le ragazze se vogliono sono tremende <<Guarda come è vestita la prof. d'italiano..(Risate), e guarda si mette pura la calzamaglia della nonna...e l'hai vista la maglia della salute, e quel maglione di tre secoli fa....????>>(magari veramente fuori c'è un freddo cane!)Per non parlare delle imitazioni...e del fatto che per la maggiorparte delle ore scolastiche non vengono ascoltati...!!! SOno sempre del parere che per fare il prof. ci vuole un enorme pazienza...e larghe vedute...bisogna essere consapevoli del fatto che il proprio lavoro per la maggiorparte dei casi non serve all'immediato presente e bisogna sperare invece che almeno serva per un prossimo futuro!!! Very Happy Imsomma fare il prof. è proprio una missione...Mettetevi nei panni loro...almeno noi abbiamo il conforto della finestra.. Very Happy possiamo estraniarci dalla classe quando vogliamo...invece loro hanno il dovere di sopportarsi tutto fino alla fine, cinque ore di fila con chi magari se ne frega totalmente...di te e pensa solo ai propri problemi....!!! E l'unica cosa che ricevono a volte sono le dimostrazioni che il loro lavoro è un fallimento...(parlo per alcuni soltanto..) Perciò promuovo una comitato a favore della comprensione verso i prof.!!!!!!!!!!!! Very Happy Dal quale però escludo i miei prof. sprattutto quello di fisica.. Very Happy (scherzo) verso i quali non si puo provare solidarietà...!!!!!!! Twisted Evil
Scherzo... Very Happy
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Messaggio  Julieg Sab 15 Dic 2007 - 18:18

Chupacabras ha scritto:Mettetevi nei panni loro...almeno noi abbiamo il conforto della finestra.. Very Happy possiamo estraniarci dalla classe quando vogliamo...invece loro hanno il dovere di sopportarsi tutto fino alla fine, cinque ore di fila con chi magari se ne frega totalmente...di te e pensa solo ai propri problemi....!!!

Che i professori debbano fare cinque ore di fila capita solo alcune giornate lavorative, loro hanno ore buche, giorno libero.. e le cinque ore loro non sono come le nostre. Non la condivido proprio questa idea.. Ci sono lavoratori che svolgono lavori di 8 ore e passa al giorno!! Le ore di lavoro dei professori non sono poi così catastrofiche.. per dire.. c'è chi fa molto di più senza giorno libero, senza ora buca, senza 3 mesi di vacanze estive e lavorano quindi 11 mesi l'anno!

Io riesco a stare solo nei miei panni, quelli di una studentessa che deve sorbire ogni giorno cinque materie.. materie diverse tra loro, e fare il salto da una materia ad un'altra non è poi così semplice.. mentre sei immersa nella lezione di italiano, tra Manzoni e I Promessi Sposi, una campana ti fa cambiare ambiente e si passa a parlare di Terra e pianeti.. non è del tutto facile come sembra per noi ragazzi! E il più delle volte si finisce per fare collegamenti sbagliati, o usare termini latini durante l'interrogazione di inglese! Shocked

Sono dell'idea che i professori alla fin fine abbiano scelto di diventare professori anche se poi lo negano sempre. Come ha poi dimostrato la prof. Aiello, dopo tutte le professioni svolte, ha capito che doveva fare la prof! Wink Alcuni sono poi ricompensati, dai ragazzi, altri no.. Questo è normale!
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Messaggio  Yorick Sab 15 Dic 2007 - 20:19

Il lavoro dell'insegnante non è solo la lezione. Quella dovrebbe essere il coronamento di un'attività intellettuale ricca, di aggiornamento, di letture, di preparazione. Un insegnante che si rispetti mette un'ora di lavoro dietro ogni ora di lezione, non nel senso che debba preparare per forza a tavolino per un'ora quello che farà l'indomani, ma nel senso che deve avere il tempo di leggere, studiare, altrimenti si riduce a non avere più nulla da dire. E anche le vacanze servono per ricaricarsi mentalmente, per progettare un nuovo anno. Anzi, 18 ore sono già il limite, farne di più significa abbassare la qualità dell'insegnamento inesorabilmente. Capisco che ci possono essere colleghi che si limitano alle loro 18 ore e non si aggiornano, ma questa non è la regola dell'arte. In ogni caso, però, questo argomento di discussione non voleva essere una difesa della professione docente di fronte agli alunni, ma solo un modo per ragionare in generale sul mondo dei docenti. Voi lo fareste l'insegnante? Del libro Ehi, prof!mi ha colpito il fatto che McCourt è una persona viva, non il classico stereotipo dell'insegnante, è uno che ha una sua forte personalità e la riversa in aula. Vorrei sapere se è una professione che possa attrarre ancora un giovane. Io, comunque, volevo fare l'insegnante e non me ne pento.
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Messaggio  Hirundo Hiberna Sab 15 Dic 2007 - 22:00

What a Face What a Face


Ultima modifica di il Sab 15 Dic 2007 - 22:08 - modificato 1 volta.
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Messaggio  Hirundo Hiberna Sab 15 Dic 2007 - 22:03

Julieg ha scritto:
Chupacabras ha scritto:Mettetevi nei panni loro...almeno noi abbiamo il conforto della finestra.. Very Happy possiamo estraniarci dalla classe quando vogliamo...invece loro hanno il dovere di sopportarsi tutto fino alla fine, cinque ore di fila con chi magari se ne frega totalmente...di te e pensa solo ai propri problemi....!!!

Che i professori debbano fare cinque ore di fila capita solo alcune giornate lavorative, loro hanno ore buche, giorno libero.. e le cinque ore loro non sono come le nostre. Non la condivido proprio questa idea.. Ci sono lavoratori che svolgono lavori di 8 ore e passa al giorno!! Le ore di lavoro dei professori non sono poi così catastrofiche.. per dire.. c'è chi fa molto di più senza giorno libero, senza ora buca, senza 3 mesi di vacanze estive e lavorano quindi 11 mesi l'anno!

Io riesco a stare solo nei miei panni, quelli di una studentessa che deve sorbire ogni giorno cinque materie.. materie diverse tra loro, e fare il salto da una materia ad un'altra non è poi così semplice.. mentre sei immersa nella lezione di italiano, tra Manzoni e I Promessi Sposi, una campana ti fa cambiare ambiente e si passa a parlare di Terra e pianeti.. non è del tutto facile come sembra per noi ragazzi! E il più delle volte si finisce per fare collegamenti sbagliati, o usare termini latini durante l'interrogazione di inglese! Shocked

Sono dell'idea che i professori alla fin fine abbiano scelto di diventare professori anche se poi lo negano sempre. Come ha poi dimostrato la prof. Aiello, dopo tutte le professioni svolte, ha capito che doveva fare la prof! Wink Alcuni sono poi ricompensati, dai ragazzi, altri no.. Questo è normale!



Il nostro è il mestiere più bello del mondo, cara Julieg! Anzi, sai che ti dico? Sic stantibus rebus (solo 18 ore settimanali, vacanze pagate, tre mesi di vacanze estive, etc. etc.) perché non lo fate anche voi? Perché poi vi iscrivete in medicina, giurisprudenza, economia? Fate i professori, vi dico!
Quale mestiere vi permetterebbe tutti i privilegi di cui sopra? Quale professione vi permette di maneggiare quotidianamente decine di giovani e di trascorrere amabilmente il tempo a parlare di Dante e di Cicerone?
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Messaggio  Jessica89 Sab 15 Dic 2007 - 22:15

Salve a tutti!Beh, io quand'ero piccola desideravo diventare un'insegnante.Poi, però, andando avanti con la scuola..qualcosa è cambiato e questo mestiere non mi attira più! Io credo che un prof, per ottenere il rispetto e l'attenzione dei propri alunni, debba essere severo e autoritario (esattamente come ha cercato di apparire la prof Aiello al suo"primo giorno di scuola"). In genere, è con questo modello di prof che si studia di più! Tuttavia,io prediligo i prof che sono maggiormente disposti al dialogo e riescono a capirti. Quelli con cui ti senti libero di parlare senza alcun timore. Mi fanno sentire più tranquilla e più a mio agio. Per quanto riguarda, invece, il fatto che..
Un insegnante che si rispetti mette un'ora di lavoro dietro ogni ora di lezione, non nel senso che debba preparare per forza a tavolino per un'ora quello che farà l'indomani, ma nel senso che deve avere il tempo di leggere, studiare, altrimenti si riduce a non avere più nulla da dire. E anche le vacanze servono per ricaricarsi mentalmente, per progettare un nuovo anno. Anzi, 18 ore sono già il limite, farne di più significa abbassare la qualità dell'insegnamento inesorabilmente.
Bhe prof, dubito fortemente che tutti prof facciano tale lavoro di preparazione! Molti di loro arrivano in classe senza nemmeno sapere quale sia la lezione del giorno! E cercano di nascondere la loro ignoranza dietro i libri..infatti, capita spesso che essendo impreparati su un argomento, ci fanno leggere quest'ultimo dal libro di testo e credono di "spiegare" ripetendo esattamente le stesse parole appena lette!! Inoltre, io ritengo che sia davvero un'indecenza il fatto che a scuola arrivino parecchi prof che non sanno nemmeno parlare correttamente in italiano!! Questo mestiere forse, non è più considerato importante come lo era una volta!

J&$$ika..
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Messaggio  Julieg Sab 15 Dic 2007 - 23:01

Marta Aiello ha scritto:Il nostro è il mestiere più bello del mondo, cara Julieg! Anzi, sai che ti dico? Sic stantibus rebus (solo 18 ore settimanali, vacanze pagate, tre mesi di vacanze estive, etc. etc.) perché non lo fate anche voi? Perché poi vi iscrivete in medicina, giurisprudenza, economia? Fate i professori, vi dico!
Quale mestiere vi permetterebbe tutti i privilegi di cui sopra? Quale professione vi permette di maneggiare quotidianamente decine di giovani e di trascorrere amabilmente il tempo a parlare di Dante e di Cicerone?
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Non credo che riuscirei mai a fare la professoressa.. ci sono professioni che a mio parere ritengo più interessanti. Magari diventare insegnante era il sogno di molti giovanni di qualche decennio fà, ma ora non più. O per lo meno, non il mio! Ognuno si sente ripagato e ricompensato dello studio fatto in 18 anni da professioni diverse, lei e molti altri insegnando, altri scrivendo libri, altri ancora salvando la vita alle persone. Secondo me i giovanni d'oggi puntiamo più in alto. Io non mi sentirei appagata e soddisfatta a dover insegnare a ragazzi scalmanati, a richiamare continuamente l'attenzione in classe, a dover sentire ripetere ore ed ore ragazzi sugli stessi argomenti per un mese e non sarei proprio a mio agio ad essere giudicata continuamente da ragazzi. No! Io non farò mai l'insegnante. I miei obiettivi sono altri.

Jessica89 ha scritto:Tuttavia,io prediligo i prof che sono maggiormente disposti al dialogo e riescono a capirti. Quelli con cui ti senti libero di parlare senza alcun timore. Mi fanno sentire più tranquilla e più a mio agio.

Io aggiungerei che con docenti del genere i ragazzi si ritroverebbero a studiare la materia con più piacere ed interesse essendo invogliati dall'insegnante. E non per questo un docente perderebbe la propria dignità e il rispetto dei ragazzi nei suoi confronti. Anzi sarebbe a mio avviso ancor più rispettato. Pero' c'è chi preferisce far nulla..

Jessica89 ha scritto:Bhe prof, dubito fortemente che tutti prof facciano tale lavoro di preparazione! Molti di loro arrivano in classe senza nemmeno sapere quale sia la lezione del giorno! E cercano di nascondere la loro ignoranza dietro i libri..infatti, capita spesso che essendo impreparati su un argomento, ci fanno leggere quest'ultimo dal libro di testo e credono di "spiegare" ripetendo esattamente le stesse parole appena lette!! Inoltre, io ritengo che sia davvero un'indecenza il fatto che a scuola arrivino parecchi prof che non sanno nemmeno parlare correttamente in italiano!! Questo mestiere forse, non è più considerato importante come lo era una volta!

Abbiamo avuto anche esempi di professori che leggevano da sè alla classe direttamente il libro, e non dico dando un'occhiata qua e là.. ma proprio leggendo rigo per rigo il libro.. con le stesse identiche parole e frasi!
E poi le lezioni diventavano molto più che noiose.. Quindi se l'attenzione da parte nostra aveva un calo, era ovvio!
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Messaggio  Hirundo Hiberna Sab 15 Dic 2007 - 23:39

Cara Julieg, forse la mia ironia non traspariva, ma il nostro è un mestiere difficile e bellissimo.
Mi dici che voi giovani puntate più in alto, che altro è stare a sentire dei ragazzi annoiati che biascicano quattro parole altro è fare il medico e salvare le vite. Io non so nulla della tua specifica vita scolastica, perché è inevitabile che il nostro giudizio sulle cose passi attraverso la nostra personalissima esperienza, ma da quello che dici mi sembra evidente che con te la scuola ha un conto aperto, e temo definitivamente perché stai per finire l'esperienza del liceo, credo. Se la scuola non ti ha convinto non è colpa tua, se i professori ci siamo fatti dire che il nostro è un lavoro umiliante, che merita di esserlo, è perché alcuni di noi ti hanno rubato qualcosa.
E però lasciamelo dire: salvare i corpi non serve a niente se non si pensa a salvare le anime. Qualcuno dirà che questo è il compito del prete, non quello del professore. Giusto. Ma sapere di avercela l'anima, allevarla l'anima a che se ne abbia consapevolezza, alimentarla di bellezza è quello il lavoro che un professore dovrebbe fare. L’anima è come il corpo, se non si nutre muore. Insisto, muore. Che poi qualcuno di noi non lo faccia, ciò non riguarda il mestiere dell’insegnamento in sè. I professori non siamo tutti uguali, gli alunni non siete tutti uguali. Ci sono medici che salvano le vite e medici che prestano la loro opera d'intelletto per costruire un virus di laboratorio.
Le generalizzazioni sono sempre il cancro della verità.
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Messaggio  Yorick Dom 16 Dic 2007 - 0:42

Marta Aiello ha scritto:
Le generalizzazioni sono sempre il cancro della verità.
Marta Aiello - Hirundo Hiberna
Oh, Dio mio, ma questa non è la generalizzazione più generalizzante di tutte le generalizzazioni? Sembra il paradosso del mentitore: "Un cretese dice: tutti i cretesi sono mentitori".

A parte questo, senza generalizzazioni non si va da nessuna parte.

Quello che Julieg ha descritto non mi sembra mica il mestiere dell'insegnante. Non mi pare proprio. E comunque, mi dispiace dirlo, ma chi non ha avuto almeno qualche buon insegnante non può puntare affatto in alto. Non può proprio. A meno che non voglia fare la velina... (ma non mi pare l'intenzione di Julieg).
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Ehi, prof! Empty Con tante scuse se abbasso il livello del forum

Messaggio  Hirundo Hiberna Dom 16 Dic 2007 - 1:37

Le generalizzazioni sono utili. No. Le generalizzaizoni sono comode, laddove abbiamo la possibilità (non accade sempre) di procedere ad una conoscenza specifica delle cose. A volte necessarie, perché la Verità è di una complessità che all'uomo non è dato conoscere. E così l'uomo, da sempre nella Storia, è costretto a muoversi per generalizzazioni necessarie, che tuttavia gli consegnano verità parziali. Glielo dimostra il tempo. Più passa più mostra il limite di una generalizzazione che infatti viene messa in soffitta e sostituita. La generalizzazione è un enorme contenitore, ci sono dentro anche alcune verità specifiche che, quando la generalizzazione ha fatto il suo tempo e deve essere sostituita sarebbe bene non buttare insieme al resto. La Storia del Pensiero è costituita da generalizzazioni che presentano il conto. E' un processo enorme, lento, non lineare perché si fanno passi avanti e passi indietro. Il mondo prosegue per evoluzioni ed involuzioni, la Storia del Pensiero prosegue per generalizzazioni che si sostituiscono ad altre, in un processo inarrestabile perchè conoscere la verità intensive (caso per caso e nello specifico) e contemporaneamente extensive (in generale, appunto) è eventualmente cosa divina e non umana. E dunque, nonostante i suoi limiti, la generalizzazione può aver senso a grandi linee. Ma nello specifico di una precisa analisi politica costituisce a mio avviso uno strumento inadeguato. Pessimo, anzi.
Generalizzando, i professori sono tutti dei nullafacenti, i politici sono tutti ladri, e via dicendo.
E se questo può essere interpretato dal Signor Professore Salerno come un tentativo di parafrasare Fava in modo inerte, mi frega assai poco.
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Ehi, prof! Empty Rispondendo a Julieg e a Jessica - Storie da Prof.

Messaggio  Hirundo Hiberna Dom 16 Dic 2007 - 1:44

Non mi sono mai pentita di aver scelto di fare l'insegnante. Ho solo detto che proprio non me lo aspettavo. Ma una scelta professionale a posteriori è un valore aggiunto.
Non ho sempre insegnato in un liceo classico. Come molti ho fatto le scuole private dove il professore è per lo più ritenuto uno zerbino. Ho fatto il magistrale, il tecnico, poi le scuole medie, infine le scuole a rischio. Oggi non ci tornerei, ma sono dell’idea che tutti ma proprio tutti i professori dovrebbero fare una gavetta così, perché insegnare non è solo il liceo, dove i ragazzi sono in generale ben disposti all’ascolto e sono per lo più educati. Ho sbagliato moltissimo (continuo a farlo), ma ho imparato molto da quelle esperienze. C’è stato un anno che tornavo a casa piangendo (giuro!) perché non sapevo come dominare una classe di una seconda media di ragazzini in una scuola di Via Plebiscito, il cui passatempo era rubarmi l’ombrello o il cellulare, avvolgere la testa del compagno con lo scotch, prendere a calci la porta della classe. Ci misi due mesi a ottenere che stessero seduti almeno a turno (mentre gli altri si appendevano al davanzale di un enorme finestrone e camminavano sul termosifone). Ci misi ancora un mese per ottenere che facessero tutti contemporaneamente un dettato. Un giorno chiesi aiuto alla Preside (errore da non fare mai!). Lei venne in classe, disse che si dovevano vergognare perché mi facevano piangere tutti i giorni (ma come cavolo lo sapeva? Io non glielo avevo detto mica!) e ne punì un paio. Quel pochissimo, ma proprio pochissimo, terreno che avevo conquistato era irrimediabilmente perduto. Me ne andai, presi un’altra supplenza, comunicai alla classe che dall’indomani avrebbero avuto un altro insegnante. Cristina Privitera, 12 anni e un fratello in galera per spaccio, si alzò e mi supplicò di rimanere. Non capivo, mi avevano dato il tormento per tre mesi. Mentii loro, dicendo che non era una mia decisione, non la bevvero. Cristina mi disse: Professoressa, ha ragione che se ne va! Nessuno ci vuole stare con noi (ero la settima supplente in sei mesi di scuola)! Uscii da quell’esperienza con un senso di frustrazione enorme, non li avevo saputi amare abbastanza. Ero troppo giovane e infarcita di letteratura. Mi ricordavo della mia scuola, la scuola media o il liceo bene dove la classe dirigente palermitana veniva allevata col cibo buono della cultura greca e latina, dove la legalità era un concetto da affrontare Cicerone alla mano (e comunque guai se non lo si affrontasse anche così).
Insegnare vuol dire molte cose e molte realtà. Al professore viene richiesto di sapersi inventare un mestiere che cambia radicalmente da un grado all’altro di scuola, da un contesto all’altro e quasi sempre il professore non è preparato a farlo.
Oggi io non ho alcuna remora a sostenere che faccio il mestiere più bello del mondo. Maneggio decine di giovani, mi nutro quotidianamente delle cose più alte: un giorno si mangia Dante, un altro si mangia Catullo. Quanto al conticino di Julieg sulle 18 ore, sui tre mesi di vacanza ho da dire assai poco, anche perché lei dice quello che dicono in molti. Ma la risposta è nelle cose: ci sono classi dove gli alunni questo conto in tasca ai professori proprio non lo fanno, chissà perché ... ?

P.S. Cara Jessica, hai perfettamente ragione, ricordi che ero severissima. Ma te lo confermerebbero tutti i miei alunni: è pura strategia. Il primo anno lo faccio sempre, è come il CAR. Già al secondo anno non ce n'è bisogno. Al terzo ho una classe di regola eccezionale, che dà il massimo, il meglio di sè, in cui i ragazzi hanno un'autostima perfettamente adeguata alle loro capacità. Che in genere sono davvero molto buone e per loro stessi insospettate. Purtroppo con voi non c'è stato un seguito!
HH
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Messaggio  Claudia pinki poffi! Dom 16 Dic 2007 - 14:05

non ho mai pensato seriamente al lavoro dell'insegnante perchè non potrei mai confrontarmi e subire tutte le imitazioni o le stupidaggini degli alunni!tra l'altro,di recente sono state decisive le parole di una profdessoressa:"Come mi fate deprimere voi,non ci riesce nessuno!" Shocked
che angoscia!! lol!
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Messaggio  Rachele R Dom 16 Dic 2007 - 16:33

Salve a tutti!
Personalmente credo che il lavoro dell' insegnante sia molto importante, principalmente perchè dai professori dipende la formazione dei ragazzi.Porterò un esempio: se un insegnante di diritto non sa spiegare, non si prepara sulla lezione del giorno e pretende poi dai ragazzi una preparazone decente, i ragazzi si disperano al solo pensiero di dover seguire una lezione del professore in questione e appena prenderanno il diploma non vorranno più sentire parlare di tutto ciò che riguarda appunto il diritto e nessuno di loro si iscriverà in giurisprudenza.Forse il mio esempio è banale ma credo che non sia giusto dover essere condizionati nelle proprie scelte da un professore incapace di svolgere il proprio lavoro.Il bravo professore invece è quello che sa catturare l' attenzione della classe, che svolge il suo lavoro con passione, che spiega l' arogmento del giorno in maniera chiara e semplice,che non si arrabbia quando gli chiedi per la terza volta consecutiva di spiegare un concetto che proprio non capisci, che sa scherzare e darti la confidenza in giusta quantità ma che sa anche essere severo, che ogni tanto quando te lo meriti ti mette 2 e nonostante ciò non riesci ad odiarlo, che magari riesce a farti appassionare della materia che insegna o almeno non te la fa odiare,che ti fa capire che almeno un pò gli interessa di te, che è pronto ad ascoltarti, che si accorge che hai qualche problema che ti tormenta, il bravo proff. è quello con il quale si può discutere di qualunque argomento, che non ti scoraggia ma nemmeno ti elogia e che non si dimentica mai che anche essere studente non è facile.Questi sono i professori che vanno apprezzati, ai quali vuoi dimostrare il tuo impegno e la tua ammirazione nei loro confronti e devo ammettere di aver incontrato alcuni professori con queste qualità. Il problema dei professori che non sanno spiegare la lezione, che pretendono tanto senza darti niente, sta nel fatto che spesso non hanno nemmeno l' umiltà di pensare che il loro metodo di insegnamento sia scorretto, so che non è facile ammettere una cosa del genere dopo anni di insegnamento, ma è necessario se vogliono migliorare nel loro lavoro e se ci riescono poi si sentirebbero gratificati.
Per quanto riguarda le battute e le imitazioni dei professori credo che anche loro quando avevano la mia età le facevano e poi i ragazzi fanno queste cose solo per ridere, quindi non è il caso di offendersi per qualche battutina, ci sono inoltre dei professori che sono dei veri "personaggi" e quindi è inevitabile farne l' imitazione; insomma i professori dovrebbero prenderla con filosofia! alien
Concludo dicendo che non ho la più pallida idea di cosa farò dopo il liceo, ma non sottovaluto l' opzione di diventare insegnante anche se mi sembra un' impresa ardua.
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Messaggio  Martins Dom 16 Dic 2007 - 18:37

Non so fino a che punto potrei fare l'insegnante, anche se qualcuno mi dice che potrei farlo....Il problema principale è che mi terrorizza parlare in pubblico...poi davanti a dei diciotteni...penso che me la farei sotto...Però è vero..è un bel lavoro...che può dare soddisfazione e non assila troppo chi lo svolge..Comunque io ho altri sogni..e progetti..per il mio futuro...che spero di poter realizzare.. Very Happy Ma chi lo sa magari...finirò ad insegnare....chi può mai dirlo...!!!
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Messaggio  Chantal Di Maria Mer 19 Dic 2007 - 23:27

Yorick ha scritto:Il lavoro dell'insegnante non è solo la lezione. Quella dovrebbe essere il coronamento di un'attività intellettuale ricca, di aggiornamento, di letture, di preparazione. Un insegnante che si rispetti mette un'ora di lavoro dietro ogni ora di lezione, non nel senso che debba preparare per forza a tavolino per un'ora quello che farà l'indomani, ma nel senso che deve avere il tempo di leggere, studiare, altrimenti si riduce a non avere più nulla da dire. E anche le vacanze servono per ricaricarsi mentalmente, per progettare un nuovo anno. Anzi, 18 ore sono già il limite, farne di più significa abbassare la qualità dell'insegnamento inesorabilmente. Capisco che ci possono essere colleghi che si limitano alle loro 18 ore e non si aggiornano, ma questa non è la regola dell'arte. In ogni caso, però, questo argomento di discussione non voleva essere una difesa della professione docente di fronte agli alunni, ma solo un modo per ragionare in generale sul mondo dei docenti. Voi lo fareste l'insegnante? Del libro Ehi, prof!mi ha colpito il fatto che McCourt è una persona viva, non il classico stereotipo dell'insegnante, è uno che ha una sua forte personalità e la riversa in aula. Vorrei sapere se è una professione che possa attrarre ancora un giovane. Io, comunque, volevo fare l'insegnante e non me ne pento.

Ricordo ancora quando il Prof.Salerno chiese agli alunni della mia classe cosa volessero fare dopo la scuola, i loro sogni.Ricordo anche che quando toccò a me rispondere dissi che mi sarebbe piaciuto fare l'avvocato.Perchè l'ho detto?Lo pensavo?No.Allora perchè?Perchè dovevo mostrarmi diversa da quella che sono? perchè se il mio insegnante lo venisse a sapere mi scoprirei troppo, perchè dovevo fare vedere di avere chissà quale ambizioni.Sciocca.
Ricordo quando il Prof.Santoro ha chiesto la medesima cosa ai medesimi alunni,alla medesima alunna.Io risposi in quell'occasione la verità:voglio insegnare e scrivere.Scrivo già da ora.Perchè non l'ho detto?Non perchè non ne valesse la pena col Prof.Salerno ma la voglia di dimostrare di poter fare grandi cose, almeno sperarle, mi consolava.Ma solo in quel momento, infatti i giorni dopo mi sono torturata.Ora che loro(insegnanti, razza tanto lontana quanto vicina a noi alunni:razza lontana quanto vicina alla realtà) sanno quello che Chantal vuole fare mi distruggeranno il sogno, il vero sogno?Lo scopriremo solo vivendo.
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Messaggio  robersprina Ven 21 Dic 2007 - 15:12

io veramente voglio fare da grande la prof di storia e filosofia...vorrei diventare come la prof gulisano....quella prof è un'amore...troppo dolce...spiega da Dio...ogni volta che ho supplenza(sempre) vado nella classe dove c'è lei...mi piacciono tantissimo le sue lezioni....non vedo l'ora di averla come insegnante...e non vedo l'ora di diventare come lei
robersprina
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