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Quella cosa morta che avete sui libri.

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Messaggio  Hirundo Hiberna Lun 13 Apr 2009 - 22:58

Togliamo la poesia dal ghetto

Di Alfonso Berardinelli

Le antologie che cercano di raccogliere, selezionare e documentare la poesia contemporanea sono sempre più voluminose. Si moltiplicano i commenti, le introduzioni, le analisi. Ma chi conosce a memoria un paio di testi scritti dalle ultime generazioni di poeti? Si direbbe che quanto meno intensamente si legge poesia tanto più i critici e gli insegnanti si accaniscono a spiegarcela. Così a scuola la poesia comincia subito col sembrare materia per produrre interpretazioni.
Invece che interpretare allo scopo di leggere, si legge allo scopo di interpretare. (...) Ora i teorici, quando ci sono si occupano di romanzi. La poesia sembra diventata la specialità dei “perdenti” e i critici che se ne occupano dimostrano un’inspiegabile vocazione al martirio. Chi li inviterà mai ad un convegno? Quale giornale recensirà i loro libri? (...)
Non si dà spazio sufficiente ad una lettura gratuita di puro piacere, la sola da cui può nascere quella familiarità verbale necessaria a creare lettori. E’ vero che la poesia moderna, da metà Ottocento a metà Novecento, ha voluto essere il contrario della familiarità e della normalità comunicativa: niente poesia senza shock, straniamento, deviazione dalla norma linguistica, spaesamento, provocazione e aggressione al lettore . (...)
La poesia contemporanea dovrebbe essere anzitutto letta. La prima forma di studio somiglia all’attrazione erotica. Se non c’è, la poesia non attira, non si vende non ci saranno mai lettori competenti, dato che la competenza deriva dall’uso. Nella musica, nel cinema, nel calcio, nella cucina, nell’abbigliamento, perfino nella narrativa un pubblico competente esiste ha maturato le sue esigenze e riesce a giudicare. In poesia questo non avviene. Gli editori quindi navigano spesso al buio. (...)
[i]
HH


Ultima modifica di Hirundo Hiberna il Mar 14 Apr 2009 - 0:20 - modificato 3 volte.
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Quella cosa morta che avete sui libri. Empty Marina Mariani: poetessa del nostro tempo

Messaggio  Hirundo Hiberna Lun 13 Apr 2009 - 23:07

I miei amici

I miei amici
non mi cercano, non m'invitano a pranzo,
non mi telefonano mai;
non mi mandano auguri per Natale
ma sono miei amici.

Non mi fanno regali,
non m'aiutano a vivere
con raccomandazioni o altre cose;
ma mi aiutano a vivere
perché sono miei amici.

Noi non c'incontriamo in piscina,
non combiniamo le vacanze insieme,
non facciamo progetti di lavoro.
Non ci portiamo scambievolmente le sigarette
né la busta del latte
quando l'altro è ammalato;
non ci raccontiamo i reumi e le tasse.

Non ci facciamo carezze d'amore
né di solidarietà
né di pietà.

Pure - bisogna dar credito
al prodigio; e la geometria
non è favola -
le nostre esistenze parallele
s'incontrano in un punto
all'infinito.

Marina Mariani
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Quella cosa morta che avete sui libri. Empty Poesie del nostro tempo

Messaggio  Hirundo Hiberna Mar 14 Apr 2009 - 10:40

L'osteria del mare

Quell'osteria, madre,
in quale vicolo persa,
laggiù, sul mare?
madre, giovane madre,
fu la nostra vacanza,
la sola forse,
allora non usava,
e quei fischioni rossi
con foglie verdi
mai ne ho trovato altri
così perfetti
e l'azzurro d'intorno
ci cerchiava,
ci ubriacava la luce
sulla panca

sono sceso alla costa
l'ho cercata,
ma il tempo muta
e le strade e le case,
cambia perfino l' aria

era l'aria allora
cosi diversa
io la solcavo
stretto alla tua mano,
la tua veste leggera che risplende
contro l'Ardizio
verde come il fosso
dove fatica la gente
del mio sangue

io quei giorni
me li porto dentro,
il cammino mi fanno
piu leggero
[i]

Umberto Piersanti
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Quella cosa morta che avete sui libri. Empty "Ma qui la morta poesì resurga," Dante Alighieri

Messaggio  Hirundo Hiberna Mar 14 Apr 2009 - 10:53

Piersanti è vivo e vegeto, come la Mariani. Si potrebbe riflettere sulle loro poesie. Si potrebbe contattarli e fare due chiacchiere con loro sul forum. Quando stavo a scuola (fra i banchi) me lo chiedevo continuamente: ma perché ci devono far studiare solo le poesie dei morti? Sembrava che la morte desse alla poesia una specie di suggello di autenticità. La poesia s'inverava perchè con la morte si fissava nel tempo e acquistava la dignità delle cose sempiterne.
No.
La poesia è viva.
La poesia si fa.
Oggi.
E noi non ne sappiamo nulla.
Noi che ve la insegniamo, noi per primi.
Bene che vada quest'anno arriveremo a fare Montale, Ungaretti e Saba. Bene che vada ...!
Già Pavese e Pasolini saranno un miraggio.
E il resto?
Non c'è tempo.
Il compito d'italiano mica uscirà sulla poesia contemporanea....!
HH
pale
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Quella cosa morta che avete sui libri. Empty Alba Donati, poesie della guerra

Messaggio  Hirundo Hiberna Gio 16 Apr 2009 - 23:30

Monologando, insisto nel proporre poesie del nostro tempo. Nessuno dice nulla. Ma allora è proprio vero che la poesia non la legge più nessuno?
HH
Dalla raccolta "Non in mio nome" di Alba Donati:

Nell'agosto del 1944 Valerio, un bambino di undici anni, viene travolto dalle acque del Serchio: sta attraversando il fiume per aiutare alcuni sfollati a traghettare dall'altra parte oggetti e animali quando i tedeschi fanno saltare una diga a nord. Giulia muore a cinque anni travolta, con altri, dalla grande alluvione che nel 1996 colpisce l'Alta Versilia.


Non tornò a casa il suo corpo
perchè non tornavano a casa i corpi
in tempo di guerra.

Dovevamo avere sentimenti così grandi
da contenere il vuoto.



Alba Donati è nata a Lucca nel 1960 e attualmente vive tra Firenze e Lucignana.
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Quella cosa morta che avete sui libri. Empty Fase destruens

Messaggio  nino Ven 17 Apr 2009 - 1:31

Prof.ssa, ciò che sto per dire è già stato oggetto di discussione in classe, ma io credo che se ne possa parlare ancora. Ognuno di noi ha una vena poetica dentro che, a seconda delle circostanze, delle atmosfere magiche che si vengono a creare, è anche capace di esprimere qualcosa di veramente significativo.
Mi chiedevo se il non poter condividere con gli altri le nostre emozioni sia dovuto, per il momento, alle nostre mancanze tecniche e stilistiche, alla nostra mancanza di saper gestire qualcosa più grande di noi che ancora non comprendiamo(trattasi di poetica)
Sono pienamente d'accordo sul fatto che leggere poesie (anche) contemporanee non sia più compito abituale dell'uomo, ma potremmo essere noi i primi critici di noi stessi.
Ma prof.ssa se dovesse descrivere cos'è la POESIA cosa le verrebbe da dire...??? Rolling Eyes
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Quella cosa morta che avete sui libri. Empty Re: Quella cosa morta che avete sui libri.

Messaggio  Hirundo Hiberna Ven 17 Apr 2009 - 15:36

Descrivere la poesia è come descrivere l'amore. Un passatempo per nullafacenti.
L'amore si fa, si sente. La poesia si legge, si scrive, si sente.
Quanto alle vostre incapacità stilistiche, nessuno ha preteso che voi ne abbiate. Voi volete scrivere poesie? Bene, ma dovete sapere che cos'è la poesia, come si fa a scrivere la poesia. Cosa è poesia e cosa non lo è. I sentimenti non bastano. La poesia è quella cosa che rende i sentimenti di chi scrive, universalmente condivisibili.
Prima bisogna leggerne molta.
Ma se vi va di scrivere una poesia qui, fatelo pure! Nessuno di noi pretenderà che scriviate per forza qualcosa di immortale o stilisticamente eccelso. Credimi, non saprei farlo neppure io!
HH
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Quella cosa morta che avete sui libri. Empty Re: Quella cosa morta che avete sui libri.

Messaggio  carmelo Dom 19 Apr 2009 - 23:24

Nino caro, ti imploro con tutto il mio ego, rendi partecipi tutti gli utenti del forum delle tue ammirevoli composizioni, fonti di ilarità nei nostri gaudiosi momenti trascorsi insieme! Certo, chiedi prima se magari puoi pubblicarle tutte senza il rischio di essere bannato, dato che alcune contengono, diciamo, un a tutti usuale turpiloquio! Laughing Laughing
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Quella cosa morta che avete sui libri. Empty Poesia in lingua vergine.

Messaggio  Hirundo Hiberna Lun 20 Apr 2009 - 12:54

di Azzurra D’Agostino

Da “D’in nciun là”, I Quaderni del Battello Ebbro, 2003

Mi’ nòn am’ dsgiva:
“al sèèt tè, che mé
san stè in tì partisèèn?”
“nòn, mé ed politica
an capiss mja gninta”- disiva me
“ma infàt ai’n’era mja d’la politica;
a’i eren dì bosc negher
indovv ti stèvi òr e dé e setmèni
con ‘na fèm un bùr e ‘na pòra
e’d mòrìr adòss
comm’ i’ han sulament al bésti”
-am rispondeva lù.

Mio nonno mi diceva/ “lo sai tu, che io/ sono stato nei partigiani?”/ “nonno, io di politica/ non capisco niente” – dicevo io/ “ma infatti non c’era della politica;/ c’erano dei boschi bui/ dove stavi ore e giorni e settimane/ con una fame un buio e una paura/ di morire addosso/ come hanno soltanto le bestie”/ - mi rispondeva lui.
HH
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Quella cosa morta che avete sui libri. Empty Poesie dal mondo

Messaggio  Hirundo Hiberna Lun 20 Apr 2009 - 17:56

Pubblicato per la prima volta in Italia nel dicembre del 2007 da La biblioteca di Vivarium, Wenn alles gesagt ist (Quando tutto è detto), è anche in assoluto il primo libro di poesie pubblicato da Bhikkhu Abhinando, nato ad Amburgo nel 1966, dal 1994 monaco buddhista della tradizione Theravada.

WO DU ALLEINE BIST,
wo dich niemand mehr erwartet,
lehnt meine Stirn an deiner Stirn;
und meine wachsenden Arme
umschlieβen deinen schwindenden Körper
wie ein liebender Horizont.
Meine Stille bleibt geöffnet
wie die alles verzehrende Frage.
Nur dein Schweigen gibt Antwort.

*

DOVE SEI SOLO,
dove più nessuno ti aspetta,
la mia fronte tocca la tua fronte;
e come un orizzonte amoroso
le mie braccia in crescita
avvolgono il tuo corpo
che va svanendo.
La mia quiete resta aperta
come la domanda che tutto consuma.
Solo il tuo silenzio risponde.

Bhikkhu Abhinando


HH
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