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C'era una volta la gita...
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C'era una volta la gita...
Allora, lo dico francamente: amo viaggiare, ma non amo partire. Mi scoccia fare la valigia, la notte prima che non si dorme, rompere con le abitudini, l'intreccio di mani che si spezza al finestrino del treno, lo stacco dell'aereo dalla pista. Dovrei essere già in viaggio per godermi interamente il viaggio...
Lo dico francamente, ritengo che il viaggio sia la forma di educazione più completa che possa esistere. Bravo! Hai scoperto l'acqua calda. Ci sono tonnellate di letteratura sul viaggio come formazione, da Omero in giù...
Lo dico francamente, ritengo che i cosiddetti viaggi di istruzione, così come vengono organizzati, per lo più, dalle scuole non abbiano niente a che fare né col viaggio né con l'istruzione. Torme di barbari adolescenti, incapsulati dentro bolle i-podiche, vagano zombiescamente tra cattedrali e cristalli, fotografando solo le proprie occhiaie con super cellulari che li ritraggono in un posto qualunque tra Lisbona e San Pietroburgo, tra Londra e Tunisi...
Lo dico francamente, ho fatto due viaggi di istruzione negli ultimi dieci anni e sono stati meravigliosi! Però, però, però: nel primo, con una scuola di un'altra città, arrivati alla stazione meta della nostra gita, la polizia fece una retata, arrestò dieci alunni per detenzione di stupefacenti oltre la modica quantità. Fortuna che nessuno era della mia classe. Ma mentre io mi giravo il centro di Bologna, dove non si perde neanche un bambino, con sei fantastiche alunne, i miei colleghi si dividevano tra questura, centro di detenzione minorile, avvocati e genitori, piombati immediatamente (col jet personale?) sul set della tragicommedia, furibondi con i docenti, probabilmente perché nessuno aveva saputo consigliare ai pargoli di distribuire la roba in modo più democratico (carenza nell'insegnamento dell'educazione civica, perbacco!).
Nel secondo, ho avuto le mie belle gatte da pelare, perché ci accoppiarono con una classe di turbolenti, ruspanti alunni di un professionale di ***, i quali devastarono l'albergo e provarono ad appioppare a noi la penale, passai una notte in un ospedale della periferia di Praga, perché i ragazzi non sono più quelli di una volta... Una volta se due di loro litigavano, poi per ripicca non si parlavano più per un mese, oggi litigano e per ripicca si fanno venire una crisi di panico con attacco d'asma, poi magari ti distrai un attimo e ti fanno imbucare in un locale ambiguo e ti fanno pure le foto. Ecco, come dire, la portata era ottima, ma il contorno lasciava a desiderare!
Insomma, quello che voglio dire, è che il docente che oggi va in viaggio di istruzione o è un eroe o è incosciente. Nel primo caso, meglio mandarlo in qualche missione di pace in giro per il mondo, nel secondo, meglio non farlo partire affatto.
Però, però, lo dico francamente. Non penso che la scuola si debba privare dello strumento viaggio per educare, per istruire, che poi sarebbe il suo scopo, o no? E allora, che fare? Che fare per riconciliare i docenti col viaggio d'istruzione e per fare in modo che per gli alunni sia un'esperienza formativa? Partono solo gli alunni doc? Gli alunni organizzano il viaggio in classe l'anno prima in tutti i dettagli (culturali ma anche organizzativi) e si rendono corresponsabili di ogni aspetto? Si fanno solo stage presso aziende, scuole (cioè viaggi di studio o di lavoro)? Che cosa proponete? L'appello è rivolto a tutti: studenti, docenti e genitori. Fatevi avanti, perché servono proposte concrete. Non si può andare avanti col solito tran tran...né col solito unz unz unz unz!
Lo dico francamente, ritengo che il viaggio sia la forma di educazione più completa che possa esistere. Bravo! Hai scoperto l'acqua calda. Ci sono tonnellate di letteratura sul viaggio come formazione, da Omero in giù...
Lo dico francamente, ritengo che i cosiddetti viaggi di istruzione, così come vengono organizzati, per lo più, dalle scuole non abbiano niente a che fare né col viaggio né con l'istruzione. Torme di barbari adolescenti, incapsulati dentro bolle i-podiche, vagano zombiescamente tra cattedrali e cristalli, fotografando solo le proprie occhiaie con super cellulari che li ritraggono in un posto qualunque tra Lisbona e San Pietroburgo, tra Londra e Tunisi...
Lo dico francamente, ho fatto due viaggi di istruzione negli ultimi dieci anni e sono stati meravigliosi! Però, però, però: nel primo, con una scuola di un'altra città, arrivati alla stazione meta della nostra gita, la polizia fece una retata, arrestò dieci alunni per detenzione di stupefacenti oltre la modica quantità. Fortuna che nessuno era della mia classe. Ma mentre io mi giravo il centro di Bologna, dove non si perde neanche un bambino, con sei fantastiche alunne, i miei colleghi si dividevano tra questura, centro di detenzione minorile, avvocati e genitori, piombati immediatamente (col jet personale?) sul set della tragicommedia, furibondi con i docenti, probabilmente perché nessuno aveva saputo consigliare ai pargoli di distribuire la roba in modo più democratico (carenza nell'insegnamento dell'educazione civica, perbacco!).
Nel secondo, ho avuto le mie belle gatte da pelare, perché ci accoppiarono con una classe di turbolenti, ruspanti alunni di un professionale di ***, i quali devastarono l'albergo e provarono ad appioppare a noi la penale, passai una notte in un ospedale della periferia di Praga, perché i ragazzi non sono più quelli di una volta... Una volta se due di loro litigavano, poi per ripicca non si parlavano più per un mese, oggi litigano e per ripicca si fanno venire una crisi di panico con attacco d'asma, poi magari ti distrai un attimo e ti fanno imbucare in un locale ambiguo e ti fanno pure le foto. Ecco, come dire, la portata era ottima, ma il contorno lasciava a desiderare!
Insomma, quello che voglio dire, è che il docente che oggi va in viaggio di istruzione o è un eroe o è incosciente. Nel primo caso, meglio mandarlo in qualche missione di pace in giro per il mondo, nel secondo, meglio non farlo partire affatto.
Però, però, lo dico francamente. Non penso che la scuola si debba privare dello strumento viaggio per educare, per istruire, che poi sarebbe il suo scopo, o no? E allora, che fare? Che fare per riconciliare i docenti col viaggio d'istruzione e per fare in modo che per gli alunni sia un'esperienza formativa? Partono solo gli alunni doc? Gli alunni organizzano il viaggio in classe l'anno prima in tutti i dettagli (culturali ma anche organizzativi) e si rendono corresponsabili di ogni aspetto? Si fanno solo stage presso aziende, scuole (cioè viaggi di studio o di lavoro)? Che cosa proponete? L'appello è rivolto a tutti: studenti, docenti e genitori. Fatevi avanti, perché servono proposte concrete. Non si può andare avanti col solito tran tran...né col solito unz unz unz unz!
Ultima modifica di Yorick il Lun 9 Feb 2009 - 23:57 - modificato 1 volta.
Re: C'era una volta la gita...
La gita.
La gita è qualcosa di "bello e terribile, come un esercito schierato, pronto alla battaglia".
Francamente io dei due aspetti ho sempre visto solo quello terribile, ma del resto io sono un po' snob e sia la compagnia dei miei compagni, che il concetto che hanno loro di "divertimento" non mi hanno mai fatto impazzire.
Da quando sono al PIME, ho partecipato ad una gita sola.
La cosa mi ha sconvolto profondamente, sia fisicamente che psicologicamente e da allora non sono più stato lo stesso.
Alla luce di quella traumatica esperienza, ho quindi adottato la sana, salutare, igienica e felice soluzione di non partecipare più a nessun viaggio scolastico.
Per una questione di amor proprio più che altro.
Ora, venendo al sodo, sono d'accordissimo col fatto che il viaggio in sé sia un'esperienza assolutamente costruttiva ed edificante, ma il viaggio come è inteso nella gita è una cosa veramente indegna, che io sopprimerei del tutto.
Che diavolo, o si fa bene o non si fa.
Il modo di porsi dei ragazzi poi, è qualcosa di fenomenale.
Parlo per mia personale esperienza quando dico che, per una cosa come 4 anni, le assemblee di classe fatte a scuola avevano come UNICO scopo quello di discutere della gita, tutti in fervente e ossessiva agitazione quasi come dei galeotti che progettino un'evasione. Come avranno fatto a non accorgersi che alla fine le loro decisioni non contano?
Un ottimo modo per buttare il tempo a disposizione.
No no, per come la vedo io è tutto da rifare e nell'attesa che qualcuno ci pensi, le gite le eliminerei in blocco. Magari è un po' drastica come soluzione, ma perché sprecare tempo, denaro ed energia in qualcosa che è fondalmente inutile, privata del suo senso originario e ridotta a un occasione di futile svago e di costoso divertimento?
La gita è qualcosa di "bello e terribile, come un esercito schierato, pronto alla battaglia".
Francamente io dei due aspetti ho sempre visto solo quello terribile, ma del resto io sono un po' snob e sia la compagnia dei miei compagni, che il concetto che hanno loro di "divertimento" non mi hanno mai fatto impazzire.
Da quando sono al PIME, ho partecipato ad una gita sola.
La cosa mi ha sconvolto profondamente, sia fisicamente che psicologicamente e da allora non sono più stato lo stesso.
Alla luce di quella traumatica esperienza, ho quindi adottato la sana, salutare, igienica e felice soluzione di non partecipare più a nessun viaggio scolastico.
Per una questione di amor proprio più che altro.
Ora, venendo al sodo, sono d'accordissimo col fatto che il viaggio in sé sia un'esperienza assolutamente costruttiva ed edificante, ma il viaggio come è inteso nella gita è una cosa veramente indegna, che io sopprimerei del tutto.
Che diavolo, o si fa bene o non si fa.
Il modo di porsi dei ragazzi poi, è qualcosa di fenomenale.
Parlo per mia personale esperienza quando dico che, per una cosa come 4 anni, le assemblee di classe fatte a scuola avevano come UNICO scopo quello di discutere della gita, tutti in fervente e ossessiva agitazione quasi come dei galeotti che progettino un'evasione. Come avranno fatto a non accorgersi che alla fine le loro decisioni non contano?
Un ottimo modo per buttare il tempo a disposizione.
No no, per come la vedo io è tutto da rifare e nell'attesa che qualcuno ci pensi, le gite le eliminerei in blocco. Magari è un po' drastica come soluzione, ma perché sprecare tempo, denaro ed energia in qualcosa che è fondalmente inutile, privata del suo senso originario e ridotta a un occasione di futile svago e di costoso divertimento?
Rodja- Numero di messaggi : 23
Età : 33
Occupazione : ...
Classe : V L
Data d'iscrizione : 14.12.07
Re: C'era una volta la gita...
Nel corso della mia, ormai lunga ,carriera scolastica ho partecipato a 2 viaggi di istruzione, entrambi meravigliosi!Il primo viaggio si svolse tranquillamente,bisogna considerare che eravamo tutti ragazzini di 13-14 anni e che quindi i nostri accompagnatori non hanno avuto a che fare con polizia,sostanze stupefancenti o cose del genere,ma anche loro,proprio cme Yorick,hanno provato l' ebbrezza di trascorrere qualche notte in ospedale...(magari decidere, mentre pioveva e faceva freddissimo ,di non camminare sulle passerelle e giocare a bagnarsi con l' acqua alta di Venezia non è stata un' idea geniale,il giorno dopo infatti molti dei miei compagni finirono in ospedale con la febbra alta).Il secondo viaggio lo ricordo come una delle esperienze più belle del liceo.Anche in questa occasione, i nostri accompagnatori non ebbero grossi problemi. Certo bisogna dire che alcuni dei miei compagni,allora minorenni si persero si notte per le strade di Glyfada,che una classe della scuola continuava a litigare traformando di notte l' albergo in un ring:le ragazze piangevano ed urlavano per tutti i corridoi. Di notte non si dormiva mai,siamorimasti svegli senza dormire per 3 giorni,ma al mattino eravamo sempre i primi ad essere pronti, con lo zainetto in spalla, per visitare le meraviglie di Atene. Il viaggio è stato divertente,ma posso dire che è stato anche culturalmente denso!Penso che non sia male l' idea di far partire solo i ragazzi doc, magari si potrebbe tenere in considerazione il voto in condotta per decidere di fare partire o meno uno studente!Penso però che sia anche necessario organizzare la gita in modo tale che non diventi una noia,che la presentazione dei monumenti,delle opere,delle città che si visita non sia automatica,ma che abbia sempre dei riferimenti con lo studio fatto dagli studenti..spesso gli alunni non sono interessati perchè sono le gite ad essere organizzate malissimo e a non offrire davvero nulla di buono!
Rorò- Numero di messaggi : 62
Età : 34
Localizzazione : Mascalucia
Occupazione : studentessa
Data d'iscrizione : 24.11.07
Re: C'era una volta la gita...
Dal punto di vista dei professori, sono d'accordo sul fatto che la gita è principalmente una responsabilità e non un viaggio di piacere. Mi sento però di sdrammatizzare un pò le situazioni in cui il prof Salerno si è trovato, facendo notare che, come da lui sottolineato, dovrebbe essere orgoglioso che i problemi non sono mai stati provocati dalle sue classi ma da altri. Tralasciando il tragico...e un pò patetico...problema dei litigi con conseguente attacco d'asma, io credo che la gita dell'anno scorso sia stata per la nostra classe qualcosa di costruttivo. Abbiamo sempre sottolineato la nostra voglia di visitare e in qualche modo facevamo sentire anche noi la nostra sofferenza per lo strano accoppiamento tra scientifico e un istituto tecnico/professionale/oddiomisonopersoinunpaesechenonconosco/ecc. Per la penale poi, mi sentirei di accusare l'agenzia...per l'accoppiamento, ma anche il direttore dell'albergo che ha organizzato le sistemazioni nelle camere: per noi "benpensanti" non era così bello ritrovarsi le croate mezze nude e scalze buttate per terra a bere come in uno dei più bassi festini di paese. Mi immagino per gli altri ospiti che si sono lamentati.
Per quanto riguarda il punto di vista degli alunni...beh...io non riesco a capire come non si possa apprezzare una gita. L'analisi fatta da Rodja mi sembra abbastanza triste, o forse in effetti è un pò snob. La gita è come quando si fa qualcosa di straordinario, un qualcosa che al massimo può accadere una volta l'anno, se non con intervalli ben più lunghi. E' normale che se ne parla a lungo. Si chiama fantasticare. Chi se ne frega se le decisioni non contato? Noi prima di partire, una "seria" classe di quinto anno, sai quanto ne parlavamo? Dal primo giorno di scuola...e dicevamo che avremo fatto questo e quell'altro, combinato la qualsiasi...e in realtà avremmo fatto si e no un decimo. E' stato tempo perso? Non credo proprio. Posso capire il problema economico, ma evadere la gita, per un alunno, dal mio punto di vista è da sciocchi.
A Praga ci siamo divertiti tantissimo perchè eravamo praticamente tutti. Sia i "popolari" che quelli un pò per i fatti loro. Non siamo mai stati molto uniti, non che sia un obbligo, ma quell'esperienza ci ha aiutato molto.
Per quanto riguarda il punto di vista degli alunni...beh...io non riesco a capire come non si possa apprezzare una gita. L'analisi fatta da Rodja mi sembra abbastanza triste, o forse in effetti è un pò snob. La gita è come quando si fa qualcosa di straordinario, un qualcosa che al massimo può accadere una volta l'anno, se non con intervalli ben più lunghi. E' normale che se ne parla a lungo. Si chiama fantasticare. Chi se ne frega se le decisioni non contato? Noi prima di partire, una "seria" classe di quinto anno, sai quanto ne parlavamo? Dal primo giorno di scuola...e dicevamo che avremo fatto questo e quell'altro, combinato la qualsiasi...e in realtà avremmo fatto si e no un decimo. E' stato tempo perso? Non credo proprio. Posso capire il problema economico, ma evadere la gita, per un alunno, dal mio punto di vista è da sciocchi.
A Praga ci siamo divertiti tantissimo perchè eravamo praticamente tutti. Sia i "popolari" che quelli un pò per i fatti loro. Non siamo mai stati molto uniti, non che sia un obbligo, ma quell'esperienza ci ha aiutato molto.
Giovanni T.- Numero di messaggi : 50
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Occupazione : Studente
Classe : 5 H 2007/2008 - Secondo anno Università
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Re: C'era una volta la gita...
Giovanni T. ha scritto:(...) per noi "benpensanti" non era così bello ritrovarsi le croate mezze nude e scalze buttate per terra a bere come in uno dei più bassi festini di paese.
Ue', Yorìc, queste cose non ce le avevi dette mica!!!!!
HH
Hirundo Hiberna- Numero di messaggi : 878
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Classe : molta
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Re: C'era una volta la gita...
Come non era così bello
Giancarlo_Samperi- Numero di messaggi : 157
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Re: C'era una volta la gita...
Infatti ho precisato "benpensanti". Ma chi lo dice che abbiamo sempre pensato bene? AhahahahahGiancarlo_Samperi ha scritto:Come non era così bello
Giovanni T.- Numero di messaggi : 50
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UFF...
Onestamente penso che, vista la scarsa voglia di partire di tutti i miei prof (dovuta non si sa a cosa ), e le condizioni (poste dalla preside ) ancor meno vantaggiose... la mia classe molto probabilmente non partirà...Uff...
Io però spero inun miracolo lol!!!
Io però spero inun miracolo lol!!!
W la gita!
Beh, anche noi abbiamo qualche problemino per la questione degli accompagnatori ma speriamo solo che qualche anima pia si faccia avanti che poi vorrei sapere, come nel caso di vegetro, perchè i professori non vogliano accompagnare le classi..è per la condotta ? Non credo che nella nostra scuola ci siano ragazzi che possano arrivare ai livelli delle gite prima citate e poi in fondo tutti hanno bisogno di passare un paio di giorni in cui apprendere e contemporaneamente divertirsi (non che le lezioni in classe non siano divertenti ), cercando di cambiare aria e di allontanarsi per un po' dai banchi di scuola ..non credete? E poi sono sicura che anche i prof si rilasserebbero, non sarebbero costretti a interrogare, a mettere brutti voti (a meno che per loro non sia un piacere )e a spiegare. Quindi la "visita d'istruzione" è, in realtà, quasi un diritto di tutti, prof e alunni, e un modo diverso di fare scuola.
SereL- Numero di messaggi : 7
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Data d'iscrizione : 16.09.08
Re: C'era una volta la gita...
Siamo sicuri???SereL ha scritto: Non credo che nella nostra scuola ci siano ragazzi che possano arrivare ai livelli delle gite prima citate
Giovanni T.- Numero di messaggi : 50
Età : 34
Occupazione : Studente
Classe : 5 H 2007/2008 - Secondo anno Università
Data d'iscrizione : 01.12.07
Re: C'era una volta la gita...
Siamo sicuri???
Non ho detto di esserne sicura ma me lo auguro vivamente
SereL- Numero di messaggi : 7
Età : 31
Classe : I B
Data d'iscrizione : 16.09.08
Re: C'era una volta la gita...
[quote="SereL"]
E a parer mio questo voto è stato preso preso con troppa leggerezza dai prof. (non tutti ovviamente )!!!
Io invece ne sono sicuro, per quella parte del nostro liceo che conosco posso dire che nel nostro istituto, non un solo alunno si merita il 5 in condotta!!!Siamo sicuri???
E a parer mio questo voto è stato preso preso con troppa leggerezza dai prof. (non tutti ovviamente )!!!
Novità?
Qualcuno sa dirmi se ci sono novità in merito ai viaggi d'istruzione delle quinte classi (o meglio terze liceo)?
tra l'altro dopodomani siamo già a marzo...
tra l'altro dopodomani siamo già a marzo...
ely-mao- Numero di messaggi : 43
Età : 34
Localizzazione : il mondo è la mia casa
Occupazione : studentessa liceale
Classe : III B liceo classico
Data d'iscrizione : 24.11.07
Lunedì
Lunedì pomeriggio si riunisce il Consiglio d'Istituto. Fra i punti all'odg, le gite d'istruzione.
HH
HH
Hirundo Hiberna- Numero di messaggi : 878
Età : 51
Localizzazione : III A - II B - III B Liceo Classico
Occupazione : docente
Classe : molta
Data d'iscrizione : 24.11.07
curiosa
scusate la mia curiosità.. ma oggi al Consiglio d'Istituto è stato deciso qualcosa in merito al viaggetto
ely-mao- Numero di messaggi : 43
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Data d'iscrizione : 24.11.07
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