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La Poesia del '900: quella cosa che non si capisce
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Re: La Poesia del '900: quella cosa che non si capisce
Tutte le cose sono in qualche misura belle, perché illuminate dalla luce del Sole. Il bello è come la luce del sole. Poiché però siamo abituati all'ombra, al buio di cose solo lontanamente belle, siamo incapaci di reggere lo sguardo di fronte alle cose intensamente belle, ormai così rare. Allora diciamo che sono noiose, solo perché sono fuori della nostra portata, solo perché la nostra vista è prossima alla cecità. La musica contemporanea, l'architettura contemporanea (guardate le case, le chiese, gli edifici), la pittura contemporanea, la scultura contemporanea, la letteratura e la poesia sono molto, molto distanti dal bello; il gusto delle persone (guardate come si vestono per lo più, come ballano, come mangiano, come festeggiano, come cantano - se cantano), la loro lingua (sentite come parlano, come scrivono), sono corrotti e incapaci di produrre spontaneamente il bello (ciò che una volta era usuale). Tutto ciò è il frutto di un lungo e penoso accecamento, il cui substrato filosofico è un soggettivismo radicale e inconcludente, che divide le persone, le porta all'isolamento, all'alienazione, le porta non a discutere, ma a opinare ciascuno la propria opinione. Che senso ha discutere per ribadire ciascuno la propria opinione? Il vero dialogo è cercare insieme la verità. Nella discussione da voi avviata, apprezzabile peraltro per molti aspetti, a che cosa si giunge? Dopo un po' di fuoco, ciascuno ritorna nel suo guscio, scusandosi (perché siete educati) di aver forse un po' esagerato. Nessuno si è smosso di un millimetro, perché ciascuno ha la sua opinione e ne è pure geloso. Cerchiamo insieme il bello, invece, perché c'è e attende di essere contemplato.
Re: La Poesia del '900: quella cosa che non si capisce
Il suo discorso è ben argomentato ed elegante, ma trascura un particolare: non abbiamo parlato di bello in senso lato. Abbiamo parlato di arte. L'arte prescinde dalla realtà, l'arte è il mezzo per creare la propria realtà, che a volta è l'unica via in cui l'uomo può sentirsi utile o amato. Altrimenti, abbasso Grosz, che è solo un pazzo. Se incontri un comune Van Gogh per strada, cambi marciapiede. Ma grazie alla loro arte (loro come tantissimi altri che non conosce nessuno, anche tra la gente comune), che è stata la loro fuga da questa "luce del sole", noi abbiamo avuta la fortuna e il privilegio di conoscere l'immensa dimensione interiore di questi uomini. E ci dovrebbe fare pensare il fatto che molti desiderano una via per sentirsi apprezzati in qualche modo, ma non tutti hanno la capacità di comporre o dipingere. E' troppo semplice dire "la soggettività deriva dall'ignoranza, bisogna guardare la realtà", ma se questa cosa che sembra così scontata non succede, bisogna chiedersi perchè. L'uomo ha bisogno di esprimersi e, grazie al cielo, per chi non ce la fa davanti a una platea ci sarà sempre l'arte.
Lithium- Numero di messaggi : 49
Localizzazione : Mascalucia
Occupazione : Studente e musicista
Data d'iscrizione : 10.11.08
Re: La Poesia del '900: quella cosa che non si capisce
Yorick, non hanno neppure vent'anni! Sono ancora nell'età della massima affermazione del soggetto (peraltro tutti noi viviamo oggi in una perenne infanzia, per lo più). Essere scesi qui a misurarsi fra loro e con noi è già un bell'inizio. Speriamo che non passi troppo tempo perchè si accorgano che il bello soggettivo non esiste. Che il bello è solo universale. Che è il respiro dell'assoluto. Il bello è come il sole e chiede di essere contemplato, dici. Ma dovremmo smetterla di cercarlo, dovremmo cercare invece con quale cuore lo possiamo sentire, e assottigliare la nostra coscienza e affinare la sensibilità. Continuiamo a cercare l'oggetto e dovremmo cercare il soggetto. Le cose, senza il soggetto che le sa, non sono da nessuna parte.
HH
HH
Hirundo Hiberna- Numero di messaggi : 878
Età : 51
Localizzazione : III A - II B - III B Liceo Classico
Occupazione : docente
Classe : molta
Data d'iscrizione : 24.11.07
Re: La Poesia del '900: quella cosa che non si capisce
Caro Litio, Scusa se non ti ho potuto rispondere, ma mi sono ammalato (ovviamente durante le vacanze ) ed ero impossibilitato.
Vedo che però già ti hanno risposto, però premo a farti ntare come nella risposta che hai dato al mio ultimo intervento tu abbia preso una cantonata: non hai notato che ho detto che se i gusti possono essere definiti soggettivi, allora le emozioni lo sono migliaia di volte di più!
Ora, alla luce degli interventi che hanno seguito il tuo, non intendo proclamare che i gusti sono assolutamente variabili e ogni persona ha la sua idea di bello, ma voglio semplicemente fare un paragone, dando dei valori (ovviamente fittizi e privi di fondamenti) numerici sia a gusti che emozioni:
Ammettendo che i gusti abbiano come valore di soggettività 5, cioè che in ogni persona la soggettività dei gusti è pari a 5, le emozioni hanno come soggettività 20. Ora, sostituendo il 5 con una ingognita x, si avrà:
Gusti= x
Emozioni= 4x
Sta a voi determinare il valore di x, io non mi ritengo in grado di stabilirlo.
Ho fatto questo buffo ragionamento solo per dare ad intendere che non voglio dire che i gusti sono soggettivi, a scanso di equivoci, ma intendo solo dire che le emozioni sono più soggettive dei gusti.
Mi spiego? Forse questa faccenda dei valori numerici ti sta solo complicando le idee però mi diverte e la voglio mettere lo stesso.
Vedo che però già ti hanno risposto, però premo a farti ntare come nella risposta che hai dato al mio ultimo intervento tu abbia preso una cantonata: non hai notato che ho detto che se i gusti possono essere definiti soggettivi, allora le emozioni lo sono migliaia di volte di più!
Ora, alla luce degli interventi che hanno seguito il tuo, non intendo proclamare che i gusti sono assolutamente variabili e ogni persona ha la sua idea di bello, ma voglio semplicemente fare un paragone, dando dei valori (ovviamente fittizi e privi di fondamenti) numerici sia a gusti che emozioni:
Ammettendo che i gusti abbiano come valore di soggettività 5, cioè che in ogni persona la soggettività dei gusti è pari a 5, le emozioni hanno come soggettività 20. Ora, sostituendo il 5 con una ingognita x, si avrà:
Gusti= x
Emozioni= 4x
Sta a voi determinare il valore di x, io non mi ritengo in grado di stabilirlo.
Ho fatto questo buffo ragionamento solo per dare ad intendere che non voglio dire che i gusti sono soggettivi, a scanso di equivoci, ma intendo solo dire che le emozioni sono più soggettive dei gusti.
Mi spiego? Forse questa faccenda dei valori numerici ti sta solo complicando le idee però mi diverte e la voglio mettere lo stesso.
Mirko- Numero di messaggi : 27
Età : 31
Localizzazione : dietro di te
Occupazione : grazie a Dio nessuna
Classe : II liceo B classico
Data d'iscrizione : 25.09.08
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