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Raffaele Trovato
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Messaggio  Hirundo Hiberna Mar 22 Set 2009 - 16:22

Vorrei inaugurare la mia presenza sul forum, per quest’anno, raccogliendo la sollecitazione di un mio alunno.
L’alunno in questione non viene nei primi due giorni di scuola, il terzo giorno (oggi) arriva in ritardo. In classe i ragazzi parlano della lettura estiva del romanzo foscoliano Ultime Lettere di Jacopo Ortis, l’alunno ammette candidamente di avere iniziato a leggerlo solo da qualche giorno e promette di fornirmene le ragioni dopo la lezione. Così ci vediamo fuori dalla classe e io lo ascolto. Soprattutto lo guardo. L’alunno appare stanco e annoiato, pallido, pochissimo motivato e in effetti ammette di aver attraversato una crisi personale. Ha pensato, cioè, di cambiare scuola, poi di lasciare la scuola e magari cercarsi un lavoro. Come prof. il mio primo impulso è quello di punirlo e di non credere ad una sola parola, qualcosa mi ditta dentro (ah, il mio Dante!) che l’alunno accampa scuse e che mi prende in giro: semplicemente non ha fatto i compiti delle vacanze, tutto qui! Evil or Very Mad
Ma l’alunno è un ragazzo intelligente, ha quell’espressione tormentata dei 17 anni e decido di credergli. Ironia della sorte vuole che il romanzo che non ha letto lo riguardi nel profondo, lo riguardi assai più di quanto egli ancora (si è impegnato a completare la lettura dell’Ortis entro venerdì), non sappia. Mettiamola così: i suoi compagni lo hanno letto e amato il romanzo (in qualche caso detestato, naturalmente!), ma lui ha vissuto un foscoliano (al di là delle diverse proporzioni, s’intende!) dissidio sulla sua stessa carne. Non è più lodevole per questo, e incorrerà nelle mie ire di prof. entro questa settimana, Evil or Very Mad ma credo che l’esperienza vissuta sulla propria pelle possa metterci in contatto meglio con la letteratura che è sempre fatta di sentimenti, emozioni, cuore ragione, solitudini, lotte dell’animo, e questo mi fa ben sperare che l’alunno forse in questa settimana scoprirà di comprendere nel profondo il dissidio di Ortis, di Foscolo stesso e che magari (fantascienza? Neutral ) forse penserà che la scuola lo riguarda, che a scuola si parla proprio del tormento che può animare un adolescente costretto a subire il reale che sporca e lacera quell’ideale che invece egli nutre nel cuore. L’ideale che lì fu la patria, che oggi è l’esigenza di senso di una formazione o magari il bisogno di misurarsi con la vita vera, fuori dal sistema che gli adulti vi imponiamo. L’alunno in questione detesta le regole della scuola, lamenta le troppe ore in cui si rimane seduti, la minaccia del registro, fondamentalmente si annoia. A dispetto del fatto di avere davanti a sé professori (almeno in qualche caso) giovani, motivatissimi, pieni di passione. queen
Niente, l’alunno si annoia. Da quando poi è diventato così difficile obbligare i figli a fare qualcosa, la sua casa si sarà probabilmente trasformata in un ring in cui i genitori lottano per imporgli ciò che prima non veniva messo in discussione mai, come il fatto di andare a scuola.
E insomma il mio alunno vive un contrasto di tipo ortisiano, sospeso fra il reale, la vita con le sue regole di cui l’andare a scuola è parte, e l’ideale: farsi una cultura da sé, leggere e studiare in piena autonomia e nel frattempo fare un lavoro magari manuale che insegni la pazienza, il sacrificio. In breve ha un solo desiderio: essere nella vita vera, altro che scuola!
Io lo capisco il mio alunno, stare cinque ore seduti è un’anomalia della scuola italiana, (non è così in Finlandia, se avete letto l’articolo del nostro sito della scuola, lo avrete percepito) dove nonostante tutti i buoni propositi, è pur vero che spesso ci si annoia. Sleep
Ma allora perché dovrei consigliargli di andare a scuola? Perché serve a diventare un professionista e non un manovale? Perché servirà a dargli un posto nella società? Può essere una ragione per molti, ma non per il mio alunno che quel posto nella società non lo vuole, che anzi questa società non la vuole proprio, che sogna di cambiarla, sospeso fra la realtà dura di un mondo che a cambiare non ci pensa nemmeno e l’ideale di una missione a cui un animo dotato di un alto sentire non vuol sottrarsi!
Caro il mio alunno foscoliano inconsapevole, scardinare il sistema che non va dopo esserci passati dentro senza perdere l’intenzione di cambiare le cose è difficilissimo, ma le ore di noia ti serviranno come ti serviranno le occasioni in cui un alunno subisce lo strapotere dei suoi professori, perché bisogna aver molto subìto per sapere cosa significa, per volere che il sistema cambi. Caro il mio alunno, questa scuola noiosa e povera di occasioni è la tua grande occasione. La vita del resto non è certamente solo la scuola, nessuno ti impedirà di rifugiarti in autonome letture, ma aver saputo rimanere dentro la scuola senza permettere a nessuno di noi di spegnere la sete di cambiamento che ti anima è la tua grande scommessa di oggi.
Buon anno scolastico a tutti noi!
sunny
HH


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Messaggio  Raffaele Trovato Mar 22 Set 2009 - 17:53

Direi che si comincia in grande quest'anno afro
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Messaggio  Yorick Mer 23 Set 2009 - 0:04

Ma cu è? Rocca?
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Messaggio  Hirundo Hiberna Mer 23 Set 2009 - 14:02

No.
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Messaggio  Yorick Mer 23 Set 2009 - 14:44

Allura o è Sinitu o è Reina.
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Messaggio  Hirundo Hiberna Mer 23 Set 2009 - 15:21

No.
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Messaggio  carmelo Mer 23 Set 2009 - 18:15

nemmeno... anche io ne ho passato dellle belle, ma di sicuro non le andrò a raccontare ai prof., se poi la mia storia dovrà essere sbandierata ai quattro venti... viva almeno l'anonimato!!!
carmelo
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Messaggio  Hirundo Hiberna Mer 23 Set 2009 - 18:25

Sono perfettamente d'accordo con Carmelo.
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Messaggio  cris Mer 23 Set 2009 - 23:45

prof si faccia valere come ogni anno!Vorrei solo dire a questo alunno "x" di non sottovalutare la scuola perchè è la piccola palestra che ti prepara alla società del domani..come ogni società,la scuola ha dei superiori,implica dei doveri,ma anche il piacere di imparare e viaggiare attraverso la bellezza del mondo tangibile e non..il mio consiglio è "GODETEVI QUESTI 5ANNI PERCHè NON TORNANO PIù!" quindi non abbiate fretta di crescere,all'università e nel mondo del lavoro non ci sarà nessuno a proteggervi o ad aiutarvi..ponetevi degli obiettivi e ogni giorno cercate di impegnarvi per raggiurgerli..credetemi quando otterrete un buon voto grazie al vostro impegno vi sentirete soddisfatti e fieri di voi stessi,ve lo dice una ragazza che ha pianto quando ha visto il suo "100" in bacheca quest'estate!Ancora un grazie a lei prof.ssa Aiello a cui devo tanto tra cui la mia passione per l'italiano e il latino,e forse anche la mia iscrizione a lettere classiche Smile
Cristina ex 3A

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Messaggio  Hirundo Hiberna Gio 24 Set 2009 - 0:05

Sono perfettamente d'accordo con Carmelo. E se non fosse stato per Yorick alias il professore A. S. (anonimi nessuno, a questo punto) il mio intervento sul forum sarebbe stato utile, non sarebbe apparso come un attacco personale o, peggio, come un'insulsa occasione per fare dell'ironia nei confronti di chi proprio non la meritava, e che spero accetti le mie pubbliche scuse.
HH - Prof. ssa Marta Aiello

P.S.
@Cristina
Grazie.
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Messaggio  carmelo Gio 24 Set 2009 - 1:06

suvvia!!! l'importante è che siamo tutti DI NUOVO insieme!!! Vi voglio bene compagni, prof. Aiello, prof. Salerno e tutti gli altri che si meritano il mio rispetto e la mia stima, perchè prima di essere rispettati, bisogna rispettare!!!
Carmelo Sinito IIIBc
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Messaggio  Hirundo Hiberna Gio 24 Set 2009 - 15:28

Carmelo, ma non avevi promesso di smettere? afro
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Messaggio  Yorick Gio 24 Set 2009 - 18:32

Sono costretto ad intervenire, dal momento che vengo tirato così pesantemente in ballo da una certa rondinella invernale, che prima mette allegramente in piazza gli affari di un suo alunno, il quale dato che la popolazione maschile della nostra scuola è paragonabile a quella dei panda è riconoscibilissimo da chicchessia, in particolare da quelli della sua classe (il che è peggio), poi accusa altri di aver fatto nomi e cognomi. Li ho fatti praticamente tutti, manca solo quello di Trovato, che però, avendo vissuto quest'estate una sana e bella esperienza da magazziniere dovrebbe essere alieno da paturnie pseudofoscoliane, quindi lo escluderei a priori. Il mio intervento intendeva sdrammatizzare un discorso che mi sembra di una retorica stucchevole e inconcludente, antifoscoliana direi. La nostra scuola non è obbligatoria.

Se uno si annoia, è meglio che se ne stia a casa, vuol dire che non ha l'apertura mentale per frequentarla. Non è che siamo nati tutti per andare in estasi con gli scolii dell'Etica spinoziana. E non c'è bisogno di crocerossine nel liceo, che al primo svenimento di un alunno siano lì con i sali della bellezza pret-a-porter a farlo rinvenire.

Molto spesso sono le famiglie che iscrivono i giovani ad una scuola che non è fatta per loro. Quale rottura di sistema? Rottura sarebbe fare i conti con se stessi e cambiare scuola o cercarsi un lavoro. C'è sempre tutta una vita davanti per farsi una cultura, qualora miracolosamente se ne avvertisse la mancanza.

Non sono affatto d'accordo con l'insinuazione che la nostra scuola sarebbe noiosa e povera di stimoli. La noia è sempre qualcosa di soggettivo. Ci si può annoiare anche nella più sfavillante festa. Sulla noia non mi stanco di ricordare quello che diceva Leone Ginzburg ai propri figli quando si lamentavano di annoiarsi durante le interminabili vacanze in una baita di montagna senza luce, senza svaghi, a chilometri e chilometri dal più lontano paese: "Voi vi annoiate perché non avete vita interiore!". Com'è vero! Si potrebbero avere i docenti più strabilianti di tutta la storia della scuola italiana e annoiarsi tremendamente se non si ha un minimo di vita interiore e si ricercano continuamente stimoli esterni sempre più forti, come fa per lo più la massa, altrimenti ci si annoia. Se poi si tratta di un momento passeggero, che può capitare a tutti, perché tanta enfasi? Saluti a tutti e buon anno scolastico.

Tutta questa solfa che ho scritto si potrebbe tradurre nel più semplice: ti annoi, poveretto? allora perché non te ne vai a zappare, così lo Stato risparmia anche 100.000 euri.
Yorick
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Messaggio  Hirundo Hiberna Gio 24 Set 2009 - 22:53

Yorick ha scritto: E non c'è bisogno di crocerossine nel liceo, che al primo svenimento di un alunno siano lì con i sali della bellezza pret-a-porter a farlo rinvenire.

Che io sia addirittura ... una crocerossina che rinviene e soccorre gli alunni in difficoltà è un po' difficile da fare passare. Ti pare, Yorick .....?
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Messaggio  Deborucciah Ven 2 Ott 2009 - 22:34

Concordo con Yorik in merito al fatto che bisogna avere una certa apertura mentale per resistere alla noia,che bisogna avere un minimo di vita interiore per poter notare la bellezza.Segnalo a tal proposito una scena tratta da "La tigre e la neve",interpretata da Roberto Benigni.L'ho apprezzata molto e mi piace rivederla ogni volta che mi sento spenta.


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Messaggio  Hirundo Hiberna Sab 3 Ott 2009 - 9:02

Francia, studenti "pagati"per andare a scuola
di GIAMPIERO MARTINOTTI

PARIGI - Pagare gli studenti perché vadano a scuola, incitarli finanziariamente a non "bucare" le lezioni nella speranza di far abbassare l'assenteismo scolastico nelle banlieues: da lunedì, tre istituti professionali della periferia parigina sperimenteranno un sistema già adottato dalla Gran Bretagna. Una scommessa che non piace a tutti e che divide il mondo politico e quello educativo, che da anni cercano invano la formula magica per evitare che i ragazzi delle famiglie più povere finiscano la loro carriera scolastica senza uno straccio di diploma.

La scelta di Jean-Michel Blanquer, provveditore agli studi di Créteil, è infatti dettata da questo motivo : riportare sui banchi i ragazzi più sfavoriti. Che marinano allegramente le lezioni e finiscono per abbandonare rapidamente gli istituti professionali. Il che generalmente significa emarginazione, piccola delinquenza, povertà. Da una decina d'anni, i vari governi hanno maneggiato il bastone e la carota per tentare di arginare il fenomeno, passando dai biglietti di cinema per gli allievi migliori alla soppressione dei sussidi sociali versati ai genitori dei più assenteisti. Senza mai ottenere risultati degni di nota.

Adesso, si tenta, in via sperimentale, la soluzione finanziaria. Concretamente, le sei classi prescelte in tre istituti professionali avranno una "cassa" di partenza, fittizia, di 2 mila euro. Ogni due mesi, il fondo potrà aumentare di altri 2 mila euro in funzione dell'assenteismo e della valutazione sulla ''vita di classe'' data dai professori. A giugno, ogni classe potrebbe avere, nel migliore dei casi, 10 mila euro. I ragazzi, tuttavia, non se li metteranno direttamente in tasca: i soldi guadagnati dovranno essere utilizzati per alcune attività collettive.

Rivelata dal Parisien, l'iniziativa è stata confermata da un rappresentante del Alto commissariato ai giovani, che ha precisato : "Non siamo nella logica di una vincita individuale, ma di un progetto collettivo e per farlo funzionare occorre una solidarietà di gruppo. Il progetto che potrà essere finanziato a fine anno dev'essere educativo: un viaggio scolastico, la creazione di un'impresa o di un'associaaione, la ristrutturazione della classe, l'acquisto di materiale informatico, sportivo o culturale". Altri non escludono che i fondi possano essere utilizzati anche per pagare i corsi teorici di guida : "E' una domanda che viene dai ragazzi - dicono al provveditorato - perché la patente è indispensabile alla loro futura vita professionale. Finanziare questi corsi significa dimostrare che la scuola si preoccupa del loro avvenire". Se le cose andranno bene, l'idea sarà estesa a un'altra trentina di classi, per poi essere forse generalizzata nel paese.

Questa forma di incentivi esiste già in Gran Bretagna, ma su basi diverse: gli incentivi sono versati a ogni ragazzo e non ci sono progetti collettivi. Nonostante questa differenza non trascurabile, sono in molti, specie a sinistra, a opporsi a questa idea : "Il ruolo della scuola non è quello di insegnare ai ragazzi come guadagnare soldi con tutti i mezzi", ha detto il presidente socialista della regione Ile-de-France. Tanto più, ha aggiunto, che se il sistema fosse esteso a tutte le 29 mila classi degli istituti professionali francesi costerebbe caro: fra i 28 e i 290 milioni. Alcuni educatori, dal canto loro, sostengono che la scuola deve saper sedurre gli studenti, offrire lezioni interessanti, e non quattrini, per spingerli a sedersi ogni mattina sui banchi.

(2 ottobre 2009)
[b]
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