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Messaggio  Hirundo Hiberna Mer 14 Ott 2009 - 16:13

Ospiteremo in questo topic i racconti brevi della I B classico. Per tutti, un unico incipit:
"Mi voltai ed era lì". Shocked
Tema libero.
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Messaggio  siciliana Mer 14 Ott 2009 - 18:39

Mi voltai ed era lì, immobile; mi guardava con i suoi occhi color ghiaccio ed i capelli che si muovevano con il vento, il suo profumo, sempre lo stesso di sette anni fa, buonissimo come sempre....
Lo conobbi all'università di Princeton, io ero al primo anno lui al terzo; lo notavo nei corridoi, era sempre con belle ragazze.
Una notte mi svegliai, non riuscivo a dormire, soffocavo dentro quella mia stanza chiusa ed aprendo la finestra vidi, un ragazzo in pigiama, affacciato. Mi sembrò di sognare, era lì, abitava di fronte a casa mia, bellissimo, anche con il suo pigiama bl; alzò la mano e mi salutò; non so perchè lo fece, non so perchè sentivo caldo, improvvisamente ero tutta rossa, sorrisi e ricambiai il saluto e tornai a letto. Abbracciai il cuscino e subito mi addormentai; il giorno dopo quando arrivai all'università si presentò chiedendomi se potevamo conoscerci ed io risposi di si.
Passarono i giorni, i mesi, fino a quando un brutto giorno, il peggiore della mia vita, dovetti allontanarmi da lui, lasciarlo andare.
Il suo sogno era sempre stato quello di fare il giornalista. Lo assunsero, sarebbe stato un inviato di guerra, era felicissimo, fiero di informare il mondo, la sua cara America di ciò che accadeva in guerra. Io non potevo tappargli le ali, però, non potevo stare con la paura che un giorno, chissà per quale motivo, forse per una bomba, un attentato non l'avrei più visto; quindi ci lasciammo.
Passarono sette anni da quel giorno ed io non ebbi mai notizie di lui. Mandò delle lettere ma, le bruciai prima di leggerle. Però ad ogni lettera che bruciavo ero sollevata al sol pensiero che fosse vivo.
... Giravo da sola, nel buio della città, ad un tratto sentii dei passi, qualcuno mi seguiva, all'improvviso mi voltai ed era lì; non riuscivo a trattenere le lacrime dalla felicità lui mi abbracciò e soffocò i miei singhiozzi con un bacio, lungo e bellissimo, sprofondai nelle sue braccia e decidemmo di non dividerci più.


Fineeeeee


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Mi voltai ed era lì. Empty Il saggio e la bambina

Messaggio  Enrica Mer 14 Ott 2009 - 21:48

Mi voltai ed era lì. Sotto l'albero c'era un uomo che guardava le stelle. Non sembrava molto anziano, ma osservandolo si capiva che aveva avuto una vita felice, completa, fonte di una grande saggezza. Avevo sognato svariate volte di parlargli, di poterlo anche solo vedere. Per qualche ignaro motivo la figura di quell'uomo mi intrigava; non l'avevo mai visto eppure avevo la sensazione di conoscerlo. Rimasi a fissarlo per un tempo indefinito. Apprezzavo tutto di lui, ogni suo movimento mi infondeva una profonda calma, sicurezza; tutto in lui sembrava perfetto. Mi accorsi che anche lui si era accorto della mia presenza e conosceva i miei pensieri, come se mi leggesse dentro; ma questo stranamente non mi turbò, anzi, mi rassicurò il fatto che non avrei dovuto esternarli. Rimanemmo in silenzio, non stavamo vicini ma continuai ad osservarlo. Dopo qualche tempo mi resi conto che aveva qualcosa da dirmi, anche se non aveva la minima fretta e probabilmente mi avrebbe aspettata anche fino al sorgere del sole. Così mi avvicinai, con calma, e quando ci ritrovammo vicini, con mio grande stupore, si voltò e mi sorrise; un sorriso dolce, pieno d'amore; era come se mi conoscesse da una vita. Ero ipnotizzata dai suoi grandi occhi scuri che brillavano sotto la luce della luna. Ricambiai con un sorriso pieno di ammirazione. Ad un tratto, senza preavviso, cominciò a parlare: "La tua anima mi ha evocato così tante volte che non potevo più ignorarla. Mi rattrista non esserci quando hai bisogno di una guida che ti indichi il giusto percorso; ma sappi che ti osservo da sempre, e noto un velo di tristezza che copre il tuo viso. Vivi, non fermarti sulle delusioni e sulle difficoltà. Va avanti e goditi i momenti più belli, perchè sono unici e non ritorneranno più, ma non rimpiangerli, e non pentirti mai delle tue scelte; gli errori ti insegneranno a non sbagliare in fututo. Nuove e svariate occasioni ti si presenteranno; coglile dando il meglio di te. Fai tuoi questi concetti e vivi in modo da lasciare una traccia indelebile nelle persone a cui tieni, in modo che ti portino per sempre nel loro cuore, proprio come tu hai fatto con me (non so se inserire quest'ultima proposizione)". Finito di parlare, mi guardò un ultima volta negli occhi, sicuro di aver impresso una piccola parte della sua grande forza dentro di me. Soddisfatto si allontanò. Non provai a fermarlo; capii che non l'avrei mai più rivisto.
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Mi voltai ed era lì. Empty La strega.

Messaggio  Gray Mer 14 Ott 2009 - 22:27

Mi voltai ed era lì : l'ignoranza cruenta della folla, occhi feroci, stolti, accusatori miravano vittime innocenti, cupi e caldi roghi sostenevano ingenue anime, legate da corde intrinse di cattiveria.
Un uomo dal volto rude, dall'espressione truce , si avvicinò con una fiaccola in mano aizzando la folla : " Che la strega bruci all'inferno! All'inferno! Paghi per i suoi peccati, e per le stregonerie commesse, e che il fuoco rosso come la sua chioma lentamente la consumi! ".
Fra la folla sguardi entusiasti, colmi di ammirazione per quell'uomo pronto a giustiziare la strega dalla bellezza soave e dall'animo innocente.
Grida angoscianti e forconi in aria , disperazione e ferocia solo questo si respirava. " Fuoco alla strega!" Solo questo la folla urlava. L'inquisitore senza scrupolo incendiò il rogo, la fanciulletta si dimenava e sofferente gridava il suo dolore. In quella notte l'agonia della giovine cresceva insieme alla fiamma che l'avvolgeva. Da lì al mattino della strega solo cenere di donna rimaneva.


Ultima modifica di Gray il Ven 16 Ott 2009 - 19:19 - modificato 1 volta.

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Mi voltai ed era lì. Empty Mi voltai ed era lì...

Messaggio  Eyden Mer 14 Ott 2009 - 22:53

Mi voltai ed era lì: la mia pace e il mio tormento, la mia salvezza e la mia autodistruzione.
La mia eterna condanna per uno sbaglio adolescenziale è riuscita così a logorarmi, a distruggermi e perchè no anche ad uccidermi.
Dopo aver buttato via i migliori anni della mia vita mi ritrovo sola, senza sogni,ambizioni,aspettative. Proprio io che con la ricerca dello "sballo" mi sentivo così potente, padrona di me stessa, io che adesso affogo nell'oceano dei miei errori.
La sofferenza è oramai parte integrante di me come anche la debolezza, la debolezza di chi sa già di cedere, di ricadere ancora e ancora negli stessi errori.
Io così affascinata dalla trasgressione sono ora colma più che mai di incertezze, tutto sfugge al mio controllo anche la mia stessa vita. Io che non ho mai assaporato questa vita. Io così debole, insicura, instabile...e lei,lei era li: la mia ultima dose di eroina.
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Mi voltai ed era lì. Empty Re: Mi voltai ed era lì.

Messaggio  spring Mer 14 Ott 2009 - 23:47

Mi voltai ed era lì...

Mi voltai ed era lì, lo sguardo cupo e il volto rigido facevano trasparire un’immutabile senso di tristezza e al contempo di spensieratezza. Era lì, quella figura così enigmatica, ormai alla fine dei suoi anni, testimone di vicende a molti sconosciute,di vicende che con il passare del tempo hanno portato a qualcosa di più di semplice conoscenza o di semplice ricordo,vicende che hanno portato quell’uomo ormai anziano e dall’aspetto malandato a maturare, alla saggezza.Era proprio lì, un momento prima alle mie spalle,ora di fronte, seduto su una panchina arrugginita dal tempo, immerso nei pensieri di una vita.
Cominciai a camminare verso di lui ignara del motivo per il quale io, estremamente incurante di ciò che mi circonda, mi stessi avvicinando sempre più a quel curioso vecchietto. Mi sedetti accanto a lui non sapendo che comportamento adottare, ma la mia insicurezza , la paura di poter dire qualcosa di spagliato non sembrarono turbarlo minimamente . E fu così che senza voltarsi iniziò a parlare, a raccontare, a insegnarmi tramite le sue esperienze.
Erano gli anni ’40 , gli anni della guerra, dei conflitti, delle divergenze politiche, delle perdite. I palazzi crollavano colpiti dagli ordigni, le donne reclamavano i propri cari morti in guerra, i piccoli si perdevano nel fumo. Proprio in uno di quei bui giorni lo sconosciuto, che con le lacrime agli occhi narrava questa piccola parte della sua storia, si ritrovava di fronte alla scomparsa delle persone per lui più importanti.
Da allora gli rimase solo la solitudine, colmata in parte negli anni a seguire ma comunque sempre presente. Quella mattina mi raccontò pazientemente della sua vita. Mi sembrò che avesse bisogno di farsi conoscere, di rendere partecipe della sua sofferenza la folla, la gente intorno a lui. Lo abbracciai tentando di trasmettergli quel rispetto e quell’ammirazione che in quelle ore aveva suscitato in me e non riuscendo a proferire parola mi alzai tornando a ciò che mi avrebbe impegnato per il tempo restante. Pur non dovendo acquistare nulla entrai comunque in un negozio, non smettendo mai di osservare il vecchietto dalla vetrina, ormai sporca per le impronte della mani lasciatevi sopra. Mi distrassi un momento e quando rivolsi nuovamente lo sguardo verso l’esterno la panchina era vuota. Com’era stato possibile che in un preciso istante qualcosa del genere mi potesse essere sfuggita?
Ma ciò che mi turbò maggiormente fu il fatto che guardando la commessa la vidi mostrare a un uomo degli abiti, la stesso camicia, lo stesso completo che poco prima indossava quell’umile vecchietto che era riuscito ad emozionarmi. Di quell’uomo anziano non riuscii mai ad incrociarne lo sguardo e non ne seppi mai il nome, quello fu il primo e l’ultimo giorno in cui lo vidi.

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Mi voltai ed era lì. Empty Scambi interclasse

Messaggio  Hirundo Hiberna Gio 15 Ott 2009 - 0:18

Poiché i racconti sono scritti in forma anonima, credo che nessuno avrà qualcosa in contrario e in ogni caso ho deciso così: domani affiderò ciascun racconto a studenti della II B classico scelti da me, che dovranno recensire le storie. Speriamo che non siano troppo cattivi! In ogni caso so già che lo saranno assai più di quanto non sarei stata io stessa. A domani, dunque!
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Mi voltai ed era lì. Empty Recensione e analisi de "Il saggio e la bambina"

Messaggio  Lithium Dom 18 Ott 2009 - 14:15

Inizio col dire che è stato un piacere leggere questo testo. Il modo in cui è trattato e strutturato lo rende piacevole da leggere e non risulta difficile immedesimarsi nella storia raccontata. Il merito di questo è da attribuire anche ad alcuni elementi di natura formale, oltre che contenutistica.
Per cominciare, già dal primo rigo mi è balzata agli occhi l'immagine descritta, evidentissima, grazie alla sua potenza evocativa; allo stesso tempo vi è una partecipazione attiva e viva della scrittrice allo scenario descritto. Il tutto conferisce al lettore un senso di serenità e staticità riflessiva molto particolare. Questa staticità si riflette anche nella struttura formale: i periodi sono corti, precisi, sfrondati da ogni contorsione linguistica, ed è proprio ciò che io pretendo da un passo di questo tipo, così silente ed evocativo: lo scrittore deve esplicitare solo l'indispensabile nella maniera più concisa possibile, perchè il resto dev'essere lasciato alla riflessione e all'immaginazione del lettore; nel mio caso ha funzionato perfettamente.
Un altro elemento importante è l'alone di mistero, per così dire, che viene lasciato nel contenuto: chi sia questo vecchio, tanto nitidamente fisico nel chiarore della luna quanto evanescente ("La tua anima mi ha evocato tante volte che non potevo più ignorarla.") è lasciato alla libera interpretazione del lettore, che qui assume un ruolo fondamentale.
Gli accorgimenti da fare sono invece di altra natura. Fondamentalmente le correzioni che io farei sono due: la prima sull'uso della punteggiatura, che a tratti ho trovato eccessiva ("Così mi avvicinai, con calma, e quando ci ritrovammo vicini, con mio grande stupore, si voltò e mi sorrise;"), mentre la seconda riguarda alcune piccole parti di testo che io avrei tralasciato ("Mi resi conto che aveva qualcosa da dirmi, anche se non aveva la minima fretta e probabilmente mi avrebbe aspettata anche fino al sorgere del sole."). Il periodo che non è sicura di voler inserire io lo eliminerei.
Apparte questi piccoli accorgimenti non posso che dire che il brano mi è piaciuto.
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Mi voltai ed era lì. Empty l'uomo misterioso

Messaggio  emanuela IB classico Dom 18 Ott 2009 - 19:03

Mi voltai ed era lì, con la sua figura imponente stava dritto vicino al cancello e mi fissava con i suoi occhi color legno, pian piano si avvicinò a me e mi disse:-ciao,sei la nuova vicina?- fui turbata dalla sua presenza, ma di scatto risposi:-Sì, abito proprio di fronte a casa tua, adesso scusami, ma devo andare-.
Entrai subito dentro casa e mi chiusi la porta alle spalle, chiedendomi chi fosse quell'uomo tanto misterioso di cui non conoscevo neanche il nome.
Passai il pomeriggio a riordinare negli armadi le cose che prima erano negli scatoloni mandati direttamente da Milano, adesso a Roma mi sembra di vivere in una realtà che non è più la mia.
Il giorno dopo mi ricordai del misterioso vicino, così decisi di andare a trovarlo, suonai alla porta e mi fece entrare. Così iniziammo a parlare:
-Scusami,ieri non mi sono presentata-dissi in tono imbarazzato
-Io sono Dario-disse
-Io Elisa-
-Dove abitavi prima?-mi domandò
-Vengo da Torino, sono venuta qui per frequentare l'università- risposi in tono triste
-Cosa c'è che non va?-
-A Milano ci sono i miei familiari ed i miei amici, che adesso mi mancano, in più non conosco Roma e mi sento spaesata, sono pentita d'esser venuta qui, voglio tornare a Milano-
-Guarda che Roma è bellissima! Io la conosco da cima a fondo, te la farò visitare tutta cominciando da domani, va bene?-
-Va bene,allora a domani-.
Tornai a casa con una nota positiva nel cuore, adesso conoscevo qualcuno e non ero pù sola. Il giorno dopo mi portò a vedere i luoghi più suggestivi di Roma, ogni giorno aveva sempre qualcosa in più da farmi vedere, sembrava che la città non finisse mai. Quando le giornate erano brutte restavamo a casa per parlare e conoscerci meglio, grazie a lui non mi sentivo più così tanto sola.
In ogni cosa bella gioivamo insieme e sempre insieme cercavamo di toglierci da ogni pasticcio.
un giorno mi portò a vedere la fontana di Trevi, ci sedemmo sul bordo dell'omonima fontana e cominciammo a guardare il cielo e senza una ragione restammo in silenzio, un silenzio che voleva dire molte cose.
lui era lì e i suoi occhi mi fissavano come se fosse stata la prima volta, solo che adesso nel suo sguardo c'era un'espressione dolce, mi fissò a lungo e dopo un attimo che sembrò eterno mi baciò.
Mi sembrava di conoscerlo da una vita,invece, erano passati solo un paio di mesi. Ogni volta che avevo bisogno di lui mi voltavo ed era lì, ed ora so che ogni volta che mi volterò sarà sempre lì.

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Mi voltai ed era lì. Empty Presentazione e analisi del primo racconto

Messaggio  Condor Dom 18 Ott 2009 - 22:11

Buonasera a tutti, io sono Antonio Condorelli del 2° B classico. Intervengo per la prima volta in questo forum per adempiere al volere della professoressa Aiello che mi ha assegnato l'analisi del testo del primo racconto.
Analizzando il testo è possibile fare una serie di considerazioni:
la categoria semantica che risulta presente in tutte le parti del testo è quella della lentezza e dell’esitazione. L’autrice utilizza pochissime subordinate, gran parte relative, e spezza di frequente il periodo con la punteggiatura. La paratassi ed il ritmo scelti riflettono i sentimenti della protagonista, incerta nel camminare di notte, incerta nei sette anni in cui non aveva notizie del suo amato, e da alcune ripetizioni ( come l'espressione non so perché quando i due si incontrano, a sottolineare l’esitazione e l'imbarazzo della ragazza). La narrazione è condita in alcune parti da parecchi attributi ed avverbi, che la rendono più descrittiva nei momenti chiave della vicenda. Inoltre è da segnalare la scelta di menzionare solo la città in cui i due si conoscono e non specificare dove siano stati i giovani per sette anni e soprattutto dove si incontrino. Tuttavia questa approssimazione facilita l’ immedesimazione nella vicenda da parte del lettore, anche grazie al flashback, che occupa gran parte della narrazione, e alla semplicità del registro linguistico. Personalmente, nonostante il tema del racconto non sia il mio preferito, devo dire che l’autrice usa una forma semplice ed efficace per far arrivare il contenuto al lettore. Nonostante tutto possono esser fatti degli accorgimenti riguardanti l’uso della punteggiatura, al limite dell’abuso, e di molti elementi nella frase che rallentano il ritmo, ma ripeto che probabilmente è voluto per necessità dalla stessa scrittrice.
Concludo sperando di essere stato allo stesso tempo critico e pieno di spirito di pietà verso la povera ragazza che ho dovuto recensire. Ad maiora!
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Mi voltai ed era lì. Empty L'ignoto ignaro che fa noto l'ignorante

Messaggio  Hirundo Hiberna Dom 18 Ott 2009 - 22:14

E insomma, "per qualche ignaro motivo" il racconto di Enrica sembra aver riscosso un apprezzabile successo... "per qualche ignaro motivo", però! No
HH
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Mi voltai ed era lì. Empty Scrivere senza leggere

Messaggio  Hirundo Hiberna Dom 18 Ott 2009 - 22:19

siciliana ha scritto:
con il suo pigiama bl;
Nessuna revisione.

si presentò chiedendomi se potevamo conoscerci ed io risposi di si.
Nessuna revisione grammaticale.

Io non potevo tappargli le ali
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
affraid affraid affraid affraid affraid affraid affraid affraid affraid affraid affraid
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Mi voltai ed era lì. Empty Risposta alla porf. Aiello

Messaggio  Condor Dom 18 Ott 2009 - 22:40

Avevo già notato le sue segnalazioni ma non mi sembrava il caso di correggere il testo parola per parola, è imbarazzante sia per me che per la ragazza che devo correggere. Ho cercato di essere il più generale possibile.
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Mi voltai ed era lì. Empty Indicazioni metodologiche

Messaggio  Hirundo Hiberna Dom 18 Ott 2009 - 22:47

Bisogna essere spietati. Innanzitutto con se stessi. Qui nessuno si offende, e se lo fa vuol dire che non ha capito nulla. Qui impariamo tutti. Da tutti.
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Mi voltai ed era lì. Empty Analisi del testo de "La strega"

Messaggio  Marta Torta Ven 23 Ott 2009 - 18:29

Salve a tutti Razz !
Ebbene sì, l’ inclemente compito di analizzare ‘spietatamente’ uno dei brevi racconti dei ragazzi del primo liceo è toccato anche a me Shocked …fortunatamente il brano che mi è capitato in sorte, ovvero “La strega”, è il più breve !
Dunque, sotto a criticare...
Il tema principale del testo è la descrizione accurata dell' esecuzione della condanna a morte di una strega che verrà arsa al rogo.
Attraverso la dettagliata esposizione dei particolari, con un uso ininterrotto di aggettivi e di termini 'cupi' l'autore insiste sulla descrizione di fatti che si manifestano in modo cruento, 'rude', a causa dell'ignoranza insita nella mentalità popolare medievale. La strega viene offesa e maltrattata in quanto simbolo del demonio ragion per cui la superstizione spinge la folla ed il boia ad avere una sgradevole considerazione della donna.
I protagonisti sono: la folla, il boia-inquisitore e la strega. Della prima traspare indubbiamente l'ignoranza frutto delle credenze del tempo e la crudeltà: “anime, legate da corde intrinse di cattiveria”. Il boia è il modello dell'inquisitore medievale, 'salvatore' del popolo: appiccando il fuoco al rogo libera la città dalla malignità guadagnando una posizione di favore all'interno della sfera comunitaria (“sguardi entusiasti, colmi di ammirazione...”). La strega, addirittura, appare dalla bellezza soave e dall'animo innocente; l'autore qui stravolge lo stereotipo di strega brutta e malvagia e dona una propria visione rivoluzionaria, a mio parere molto molto trasgressiva e invece, chiarificatoria per lui.
Eppure la folla spettatrice, nonostante fosse inferocita e istigata dal loro sfacciato ‘salvatore’ , si dispera e si angoscia quasi pentita delle proprie azioni, mentre la fanciulletta peccatrice inizia a consumarsi nel suo dolore.
Alla fine del breve racconto la folla si dilegua e lo scrittore mira all’ immagine dello scorrere della notte che parallelamente porta con sé la tenebrosa morte della strega della quale,al mattino seguente, non resteranno più cattiveria, malignità, perfidia o altre manifestazioni che rappresentano una strega bensì (da quello che si legge!) rimarranno solo resti di una semplice donna.
Dopo aver analizzato il contenuto del racconto, invece, per quanto riguarda l’ aspetto strutturale il registro linguistico adoperato è medio ma dignitoso in cui predomina la paratassi e l’eccessiva aggettivazione(soprattutto di termini negativi) che però rendono abbastanza scorrevole la lettura!
In conclusione affermo che l’argomento trattato mi ha davvero interessato e coinvolto valutando in particolare la rappresentazione della concezione della donna nell’età medievale.

Sperando di non essere stata troppo crudele Smile …vi auguro buon pomeriggio!!!


Ultima modifica di Marta Torta il Sab 24 Ott 2009 - 17:55 - modificato 1 volta.
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Mi voltai ed era lì. Empty Ave, discipula, ignorantia plena!

Messaggio  Hirundo Hiberna Ven 23 Ott 2009 - 22:21

Marta Torta ha scritto:Ave discipulos atque magistros Wink !
What's this stuff????!!?!?
Accusativo esclamativo?????!?!!!!?
affraid
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Mi voltai ed era lì. Empty Chiarimenti

Messaggio  Hirundo Hiberna Ven 23 Ott 2009 - 22:28

Gray ha scritto:corde intrinse di cattiveria.
Cosa si intende per "corda intrinsa"????
Chiariscilo, Gray, ovunque tu sei!
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Mi voltai ed era lì. Empty Re: Mi voltai ed era lì.

Messaggio  The Cyborg Ven 23 Ott 2009 - 23:03

Hirundo Hiberna ha scritto:
Marta Torta ha scritto:Ave discipulos atque magistros Wink !
What's this stuff????!!?!?
Accusativo esclamativo?????!?!!!!?
affraid

Quando l'ho letto sono rimasto leggermente perplesso anch'io Mi voltai ed era lì. Look
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Messaggio  Marta Torta Sab 24 Ott 2009 - 18:00

Ebbene sì...anche i migliori sbagliano Very Happy Very Happy Very Happy !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! lol!
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Messaggio  Hirundo Hiberna Sab 24 Ott 2009 - 19:23

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Messaggio  Enrica Sab 24 Ott 2009 - 20:03

Ma tutti gli altri racconti non verrano recensiti?
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Mi voltai ed era lì. Empty Pubblicazione lavoro di A. Costantino

Messaggio  Condor Mer 28 Ott 2009 - 16:48

Pubblico qui il lavoro del mio compagno Antonio che, a causa di motivi tecnici mi ha affidato il suo scritto.

Su esplicito ordine di superiori mi trovo a commentare e analizzare uno scritto prodotto da ragazzi della I B C.
Nonostante le esortazioni alla cattiveria,cercherò procedere con un analisi, non brutale , che si attenga(in maniera sintetica) al mio sentir sincero…
___::-::___

Mi voltai ed era lì, racconto di Eyden è una verosimile trasposizione del tema,ormai abusato,della droga e della fragilità adolescenziale. La sensibilità dell’autore emerge in maniera palese in un testo che trasuda antitetica complicità tra le parole e che induce il lettore ad una doppia riflessione dal punto di vista lessicale così come dal punto di vista contenutistico. Il racconto concede, in maniera nitida, a chi lo legge l’immaginazione della scena descritta: la devastazione e l’insicurezza dell’ umana persona contro la certezza dello “sballo” dato dall’eroina.
L’autore ha la capacità di esprimere l’argomento,seppur trito e ritrito, dell’assunzione di stupefacenti con una peculiare originalità che intriga chi legge.

A. C. Costantino
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